Erick Thohir da Giacarta, intervistato da La Gazzetta dello Sport, fa sapere che all’Inter sono tutti sotto esame. A partire da Fassone, Ausilio e Mazzarri, che, dunque, devono meritarsi da qui alla fine della stagione, la riconferma:

Sono tutti sotto esame. E per spiegarle meglio questo concetto, le dico che è sotto esame lo stesso Williamson, che ho voluto (collocandolo espressamente in Italia, ndr) come responsabile delle risorse umane, degli aspetti finanziari e legali. È giusto avere fiducia in tutti, ma anche che ognuno risponda del proprio operato. Con questo però non voglio essere frainteso: al momento sono molto soddisfatto del lavoro di tutte e tre le persone che mi ha nominato. Ma faccio continue verifiche con tutti.

Thohir ha aggiunto che Mazzarri, il cui contratto scade nel 2015, “è il primo a sapere che sarà necessaria una ulteriore programmazione: anche l’ultima volta che sono stato a Milano gli ho detto quanto sarà importante pianificare, pur ribadendogli di dover rimanere concentrato anzitutto sul presente”. L’imprenditore indonesiano ha ammesso che quello che sta vivendo l’Inter, peraltro reduce dalla inattesa sconfitta casalinga contro l’Atalanta di domenica scorsa, “è un anno di transizione”.

Thohir è quindi tornato sul caso Vucinic-Guarin, lo scambio con la Juve saltato a gennaio scorso quando pareva ormai chiuso:

Intanto quella trattativa è stata portata avanti dai dirigenti e non dalle rispettive proprietà. Per l’Inter nel breve periodo poteva essere una buona operazione, ma poi abbiamo valutato che non lo sarebbe stata nel lungo periodo. Allora ho chiamato i miei uomini e ho detto che non mi risultava che avessimo chiuso, visto che non avevo firmato nulla. I giocatori avevano già fatto le visite mediche? Questo non significa nulla: nel contratto dello stesso Vidic abbiamo inserito una clausola per cui lui dovrà essere in grado di giocare almeno un certo numero di gare.

Thohir ha fatto intendere che la protesta dei tifosi in quell’occasione ha pesato nella decisione finale di mandare all’aria l’accordo di mercato (“è ovvio che non possiamo accontentarli sempre, ma in quella occasione avevano ragione loro”), ma ha ribadito di non aver mai assunto un impegno definitivo nemmeno via telefono con Agnelli:

Bisogna considerare che tra Italia e Indonesia c’è un fuso orario che a volte rende impossibile rispondere in tempo reale a determinati messaggi. Io non ho mai preso un impegno definitivo per lo scambio e comunque poi mi sono scusato per aver dovuto bloccare la trattativa. Quello che rimane sbagliato è rendere pubblico un messaggio privato: sono dovuto intervenire per difendere il nome dell’Inter.

Dopo aver confessato che “Massimo Moratti mi ricorda molto mio padre Teddy”, il patron nerazzurro ha precisato:

Io comunque non mi sentirò mai il capo, non ho mai preso un’azienda da solo, ho sempre voluto al mio fianco dei partner con cui condividere e risolvere i problemi. Moratti mi supporta al cento per cento, ci sentiamo in media tre volte alla settimana. Quello che conta è andare tutti nella stessa direzione. All’inizio sentivo la pressione propria di chi vuole vedere dei cambiamenti immediati, ma non ha senso fare modifiche tanto per farle. Qualcosa è già successo e altro succederà a fine stagione.

In merito al mercato, Thohir ha confermato che “Sagna ci piace e che a questo punto dipende tutto solo da lui” e precisando che che in rosa la prossima stagione ci sarà “posto soltanto per un altro giocatore oltre i trent’anni” oltre a Palacio, Vidic e appunto Sagna, ha fatto intuire che il difensore francese 31enne arriverà.

Thohir ha assicurato che i grandi investimenti riguarderanno attacco o centrocampo, anche se l’obiettivo è abbassare “di molto” il tetto ingaggi e magari portare alla Pinetina qualche big tramite il prestito “il che non renderebbe necessario cedere uno dei nostri migliori in rosa”.

Tornando all’attacco, l’identikit del nuovo innesto prevede che abbia un’età di mezzo tra Palacio e Icardi. Insomma restano valide le piste che portano a Dzeko, Torres e Morata:

Sento anch’io girare questi nomi. Magari uno dei tre arriverà per davvero. Ma deve rispondere ai parametri tecnici, economici e di marketing.

Infine, l’annuncio (un bel po’ prudente). Se entro tre anni “l’Inter non sarà tornata in Europa” si potrà parlare di flop:

Sì, anche in Europa League. Meglio se da subito, anche perché nella prossima edizione potrebbero esserci diversi grandi club europei. E l’Inter ha bisogno di fare le coppe non solo per una questione economica, ma anche di prestigio. Ovvio poi che io punti a fare la Champions League entro il 2016: ma questo l’avevo già detto….

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ultimo aggiornamento: 25-03-2014


Rassegna stampa 25 marzo 2014: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

Panchine roventi: Milan o Inter nel futuro di Spalletti