Le proteste che hanno paralizzato molte città brasiliane un anno fa, prima e durante lo svolgimento della Confederations Cup, avranno un seguito. L’imminente Campionato del Mondo che si svolgerà nel paese sudamericano è l’obiettivo dei manifestanti che da mesi criticano i costi dell’organizzazione e il governo brasiliano per la scarsa attenzione alle famiglie più povere. Ieri il Movimento Sem Terra si è ritrovato a San Paolo per opporsi allo sgombero di 2.800 famiglie nei quartieri intorno allo stadio.

A Rio de Janeiro, São Paulo, Belo Horizonte i manifestanti sono scesi in strada e in alcuni casi hanno incendiato pneumatici e lanciato pietre contro le forze dell’ordine. “Na Copa vai ter luta” (Durante la Coppa del mondo ci sarà lotta) è lo slogan scandito dai manifestanti. La polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni e più di duecento persone sono state arrestate. Secondo gli organizzatori, con i soldi usati per ristrutturare il Maracanã sarebbero state costruite duecento scuole. Tomas Ramos del movimento Ocupa Copa (Occupy la Coppa) spiega che i cortei sono destinati ad aumentare:

“Non avremmo mai immaginato che così tanta gente in Brasile avrebbe protestato con l’avvicinarsi del Mondiali. Quando i campionati erano in altri paesi i brasiliani di solito coloravano le strade di giallo e verde, i colori della bandiera del Brasile. Ora no. Ora vogliamo colorare le strade in maniera critica. Finora le manifestazioni non sono state imponenti, ma lo saranno presto”.

Molto vario il puzzle che compone le categorie degli scontenti: dall’inizio di questa settimana sono scesi in piazza anche dipendenti dei musei, autisti degli autobus, geologi e altri lavoratori. A Recife hanno protestato i poliziotti, a Brasilia, la capitale, scioperavano insegnanti e dipendenti pubblici. Quasi tutti chiedono soprattutto stipendi più alti e migliori condizioni di lavoro.

Fonte | Internazionale

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ultimo aggiornamento: 16-05-2014


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