Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è ufficialmente stato iscritto al registro degli indagati dalla Procura di Napoli con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti risalgono allo scorso luglio quando il patron partenopeo si trovava a Capodichino per imbarcarsi su un charter con cui avrebbe dovuto raggiungere il ritiro estivo della squadra di Sarri a Dimaro. De Laurentiis, insieme a 18 persone del suo staff, avrebbe preteso di raggiungere il velivolo con un mezzo privato e, di fronte al rifiuto degli uomini della polizia in servizio allo scalo napoletano, avrebbe reagito in malo modo, allontanando gli agenti con la forza.

Alla storia era seguito un comunicato emesso dal sindacato di polizia Silp nel quale veniva denunciato il comportamento del numero uno del Napoli. In particolare veniva sottolineato come De Laurentiis si creda “al di sopra della legge”, mentre il servizio di polizia è al servizio dei cittadini e non, come crede il produttore cinematografico, “dei privati, addirittura con mansioni di domestico”. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è perseguibile d’ufficio, anche senza una denuncia della parte lesa. Così ieri De Laurentiis è stato ascoltato per tre ore in compagnia dei suoi legali, gli avvocati Fabio Fulgeri e Giuseppe Staiano, e da quanto riferisce Il Mattino avrebbe provato a minimizzare l’accaduto.

Tocca ora al pm Francesca De Renzis stabilire se archiviare l’inchiesta o procedere alla conclusione delle indagini, arrivando così a formulare il rinvio a giudizio per Aurelio De Laurentiis.

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ultimo aggiornamento: 20-10-2015


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