Andrea Agnelli, presidente della Juventus, ha aperto stamane alle 10 l’assemblea degli azionisti bianconeri. Il numero uno del club della Continassa, il cui intervento è stato pubblicato sul canale YouTube ufficiale della società, ha voluto innanzitutto replicare ad alcune inesattezze andate in onda qualche giorno fa durante la trasmissione Report, che si è occupata del bagarinaggio e di altre vicende legate al mondo ultrà bianconero. “Una trasmissione televisiva – ha esordito Andrea Agnelli – ha riportato attenzione su fatti acclarati in ogni sede. La Juve è stata sanzionata dalla giustizia sportiva per due motivi: il primo aver venduto biglietti superiori al limite consentito dalla legge Pisanu: quattro a persona. Il secondo aver fatto entrare striscioni all’interno dello stadio”.

Nello specifico, parlando della vicenda relativa allo striscione esposto contro le vittime di Superga nel corso del derby giocato all’Allianz Stadium nel 2013, Agnelli specifica: “Il security manager Alessandro D’Angelo non mai fatto entrare striscioni allo stadio nel derby del 2013. Dopo i fatti in questione – ci tengo a ribadire – la Juve rispetta alla lettera la legge e non accetto altre insinuazioni. Alessandro D’Angelo non ha aiutato ad inserire striscioni canaglia, come li avevo già definiti, sulla tragedia di Superga. Non lo dico io ma lo prova la sentenza della corte d’Appello del 22 gennaio 2018. I responsabili sono stati consegnati alla giustizia e sono reo confessi anche grazie ai sistemi di sicurezza messi a disposizione della Juventus. Ogni altra considerazione deve essere ritenuta falsa perché non tiene conto dei fatti delle prove e delle sentenze.”

Agnelli: “Ok lo sfottò, ma si sta divulgando odio”

Nel corso del suo intervento, il presidente Agnelli si è anche soffermato sullo stato di salute del calcio italiano e sulle riforme necessarie per tornare competitivi con gli altri campionati top europei. “Chi gestisce il calcio in Italia deve portare quanti più bambini possibili, con un bacino più ampio è più semplice la crescita di talenti. Negli ultimi anni – insiste – abbiamo visto un susseguirsi di corsi e ricorsi, campionati che partono con società fallite, abbiamo visto deroghe, il movimento femminile venire strattonato tra la LND e la sezione professionisti. Lo sport in generale e il calcio in particolare deve unire. Il calcio non è politica. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo. Vogliamo vedere le squadre italiane trionfare in Champions ed Europa League, abbiamo tutti il sogno di alzare ancora la Coppa del Mondo. Ci vuole armonia con una versione strategica. Non vuol dire eliminare lo sfottò, il risultato di una partite ci fa andare al bar con sorriso o tristezza per via di una partita. Lo sfottò è un discorso, l’odio è un altro. Vedere che nel calcio si sta divulgando un sentimento generale di odio contro qualcuno o qualcosa, bisogna andare contro”.

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ultimo aggiornamento: 25-10-2018


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