L’ex difensore Lele Adani ha evidenziato gli aspetti che si sono rivelati decisivi per la vittoria dello Scudetto da parte dei nerazzurri.

Lele Adani ha parlato anche di Inter a margine dell’evento Il Foglio a San Siro. “Come suddividerei i meriti dell’Inter?  Con la proposta di gioco, la consapevolezza e la resa equa di tutti i giocatori che sono stati chiamati a performare, dagli storici, Lautaro, Calha, Barella e i nuovi come Thuram e Sommer. Anche Dimarco. Tanti giocatori hanno fatto cose straordinarie”.

La crescita del tecnico

“Inzaghi maturato? Assolutamente, perché 15 mesi fa aveva un’altra posizione e considerazione data dalla sua natura e dalla sua storia e dall’attesa che c’era per quello step che c’è stato e per quanto mi riguarda è andato anche al di là di quello che immaginavo. Nell’espressione di gioco, nella ricerca per arrivare al risultato, lo spettacolo che ha offerto e anche il riconoscimento che gli ha dato il calcio intero, ai massimi livelli, per i risultati ottenuti, direi molto, molto bene”.

Squadra Inter
Squadra Inter

Le differenze rispetto alla passata stagione

“Sono state 12 le sconfitte l’anno scorso ma la forza è stata quella di valutare i propri errori che partivano da una non sempre grande presa mentale. Partite in casa dopo le Coppe buttate, situazioni sfuggite per cali di concentrazioni assurdi, la squadra non ha pianto e ha corretto tutto e tutti i parametri si sono alzati. L’attacco, la difesa, il dominio del gioco. E’ sempre stata prolifica, producente e sorprendente nel farlo. Non era solo la forza ma la sorpresa nella proposta di calcio. L’Inter non solo è stata la più forte ma quella che ha giocato meglio”.

L’articolo Adani: “L’Inter ha valutato i propri errori derivanti da una non sempre grande presa mentale, ecco in cosa è cresciuto Inzaghi” proviene da Notizie Inter.

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG

ultimo aggiornamento: 25-04-2024


Severgnini: “L’Inter è bella da guardare, i soldi senza idee non bastano, guardate Dimarco”

Caressa: “Sommer trasmette tranquillità, Mkhitaryan ha giocato con grande cervello”