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Che fine ha fatto Origi? Non vive più a Milano, ma…

Il belga ha fatto perdere le sue tracce e non gioca una partita ufficiale dallo scorso Aprile. Dove si trova Divock Origi, cosa sta facendo e qual’ è la posizione del Milan?
Divock Origi, ex attaccante del Liverpool, è ormai un fantasma per il Milan. Arrivato a parametro zero nel 2022 con grandi aspettative, il belga non gioca una partita ufficiale da aprile 2024 e da tempo non fa parte del progetto tecnico della squadra.
Non solo non è mai stato convocato per una partita ufficiale, ma non si allena nemmeno con i compagni di squadra, essendo stato allontanato dal gruppo. La sua situazione è tanto paradossale quanto insostenibile per un club che continua a pagarlo regolarmente: eccola.
Origi: un contratto pesante
A 29 anni, la carriera di Divock Origi appare ormai segnata. Con un contratto che scadrà nel 2026 ed un ingaggio da 4 milioni di euro a stagione, la sua situazione economica rappresenta un ostacolo per il Milan, che sta pagando un giocatore inutilizzato. La sua ultima esperienza in prestito, al Nottingham Forest, non ha portato risultati significativi, ed il Milan ora si trova di fronte alla difficile decisione di risolvere questo caso.
Origi: le opzioni
Le opzioni per il futuro di Origi sono ormai limitate. La rescissione del contratto potrebbe essere l’unica soluzione praticabile per entrambe le parti. Questo permetterebbe al giocatore di ripartire da una nuova squadra, ovviamente ridimensionando le sue aspettative sia sotto il profilo sportivo ed economico. Il Milan, dal canto suo, potrebbe finalmente liberarsi di un ingaggio pesante e cercare di rimpiazzare Origi con un attaccante che possa effettivamente contribuire al progetto tecnico.
Origi: dove si trova e che sta facendo?
La situazione di Origi è ancora più bizzarra se si considera che il giocatore vive ormai tra Roma e Firenze, lontano da Milano, città in cui avrebbe dovuto allenarsi. Il Milan gli ha concesso di allenarsi in solitaria, sotto la supervisione di un preparatore personale, ma non può lasciare l’Italia a causa di vincoli fiscali legati al suo contratto. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, la sua permanenza in Italia è dettata dalla necessità di rispettare le normative fiscali italiane e beneficiare del decreto crescita trascorrendo almeno la metà dell’anno solare più un giorno sul suolo italico.
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