
Trovato morto in casa, un grave lutto sconvolge il mondo del calcio (calcioblog.it)
Il calcio italiano è stato scosso da un grave lutto, ritrovato senza vita nella propria abitazione, tifosi increduli e sotto choc.
La notizia si è diffusa in poche ore, rimbalzando dai corridoi silenziosi di un’abitazione privata fino ai social, alle testate locali e infine ai cuori di chi quel nome lo conosceva bene. Una scoperta tragica, avvenuta quasi per caso, ha scosso l’intero mondo del calcio italiano, colpendo non solo una comunità sportiva ma anche un’intera città legata visceralmente alla sua squadra.
Volto noto del calcio, un uomo amato dai suoi tifosi, è stato trovato morto nella sua abitazione, senza alcun segnale che potesse far presagire un epilogo così drammatico. Infatti è stata la domestica, come da abitudine, a entrare nell’appartamento. Solo che stavolta non ha trovato la solita accoglienza, quei gesti ripetuti nel tempo, la voce calma.
Lutto improvviso nel calcio
La domestica, infatti, ha invece scoperto il corpo privo di vita. Inutile l’intervento dei soccorsi, che hanno solo potuto constatare il decesso. Il calcio, in certi momenti, si ferma. E davanti alla morte, anche la rivalità più accesa perde senso. Questa è una di quelle volte.
A lasciare per sempre il suo posto – nel cuore dei tifosi e nel cuore pulsante della dirigenza di un club che ha fatto della serietà il suo marchio – è stato Giancarlo Pavin, vicepresidente del Cittadella, colonna portante della società veneta, uomo di calcio e imprenditore rispettato. Aveva 83 anni e una vita interamente dedicata alla crescita del club granata, che ha seguito passo dopo passo, dalle categorie minori fino alle soglie della Serie A, con uno stile sobrio, concreto, mai sopra le righe. Un modo di essere che ha lasciato il segno.

Pavin non era solo una carica istituzionale. Era memoria storica, guida morale, punto di riferimento silenzioso ma costante per chiunque orbitasse intorno al Cittadella. Aveva costruito un rapporto profondo con la squadra, con la città, con i tifosi che oggi lo piangono senza riuscire ancora a capacitarsi. Perché la sua presenza sembrava eterna, parte integrante dello stadio, delle trasferte, delle conferenze stampa in cui, anche se non parlava, la sua figura diceva tutto.
Senza ombra di dubbio, lascia un’eredità enorme. Umana prima ancora che sportiva. Pavin lascia tre figli e una comunità che si stringe attorno alla sua famiglia con rispetto e affetto. In queste ore i messaggi di cordoglio si moltiplicano, dalle istituzioni del calcio italiano ai semplici appassionati che riconoscono il valore di chi ha sempre fatto del proprio lavoro una missione. Il Cittadella perde una parte della sua anima. Il calcio italiano, una figura di riferimento. E la notizia, nella sua crudezza, ci ricorda che dietro ogni club ci sono persone vere, con una storia che merita di essere onorata.