Era quasi tutto fatto: il Milan e Biabiany si erano trovati. L’esterno francese cresciuto nelle giovanili dell’Inter aveva oltretutto deciso di rifiutare l’offerta cinese di Marcello Lippi, che significava quadruplicare l’ingaggio, pur di avere la grande chance in rossonero. E tutto pareva incastrarsi alla perfezione, anche un calciatore con le sue caratteristiche inserito nel 4-2-3-1 su cui sta puntando Seedorf al quale mancava totalmente un tornante destro di ruolo e tanto più di livello.

E invece no. Per una manciata di milioni (2 in tutto per la precisione) con Galliani che aveva a budget non più di 4 milioni per la metà, l’altra metà di Biabiany è di proprietà della Sampdoria, contro invece i 6 milioni richiesti da Ghirardi e Leonardi. L’impressione è che si potesse chiudere a 5 milioni, ma le parti sono rimaste immobili nonostante il calciatore si fosse espresso per il ‘sì’ senza se e senza ma anche a livello contrattuale. Un immobilismo nato dal fatto che i rossoneri contavano di inserire Saponara come conguaglio, giocatore chiesto proprio da Leonardi già nel mese di dicembre.

Anche qui però c’era distanza sulla valutazione complessiva dell’ex empolese, visto che il Parma chiedeva l’intero cartellino. Troppo, secondo gli attuali parametri del Milan (che muteranno poi in estate). E quindi decisivo perché saltasse un’operazione che sarebbe stata utile e intelligente per ambo le parti in causa.

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