
La Gazzetta dello Sport fa un focus sull’attacco ritrovato dell’Inter, soprattutto dopo lo 0 a 6 rifilato all’Hellas Verona
L’Inter domina a Verona e sconfigge la squadra di Zaffaroni con un netto 0 a 6. Ulteriore prova per Simone Inzaghi di aver ritrovato i propri attaccanti, con le doppiette realizzate da Dzeko e Lautaro. Questa l’analisi della Gazzetta dello Sport, eccone un estratto.
«Adesso sì che è vera Inter, quella straripante, leggera e devastante. E ora sì che è possibile guardare con fiducia a quest’ultimo mese verità. E non soltanto perché la squadra di Inzaghi ha ritrovato il feeling con le vittorie, ma soprattutto perché è tornata cinica e letale negli ultimi metri, grazie alla nuova vena realizzativa dei suoi leader offensivi. La terza vittoria consecutiva porta a quattro le doppiette delle punte negli ultimi tre match: dopo Lukaku a Empoli e Lautaro con la Lazio, il Toro concede il bis a Verona e all’ultimo istante pareggia la sfida in famiglia col redivivo Edin Dzeko, l’uomo fondamentale della prima parte di stagione, che mancava dal tabellino dei marcatori in Serie A da quattro lunghissimi mesi. L’ultima gioia del bosniaco era arrivata il 4 gennaio, nell’1-0 al Napoli che aveva dato l’illusione di rimonta scudetto. La doppietta di ieri al Verona, invece, racconta molto di più: dice che l’Inter è tornata e che adesso può centrare gli obiettivi rimasti. Ma se il quarto posto è un obbligo e la Coppa Italia una piacevole conferma, tutto gira attorno al doppio derby di semifinale di Champions.
E allora bentornato Edin, re per una notte. Inzaghi si aspettava da Dzeko una reazione anche d’orgoglio dopo i recenti exploit di Lukaku, goleador a Empoli e poi assistman nell’ultimo bivio Champions contro la Lazio. Per Dzeko era una sorta di prova generale in vista del Milan: lui, grande protagonista nella notte di Riad, da quella sera di Supercoppa aveva perso le coordinate della porta. Aveva bisogno più di tutti di una notte così, con lampi di classe e spunti da 9 vero, lui che in fondo solo 9 non è. Ha saputo aspettare il suo momento, arrivato in coda al primo tempo, su assist di Lautaro: quel tocco di sinistro sarebbe semplice per tutti, ma non per uno che ha passato quattro mesi in un tunnel senza uscita. Ma eccola lì la luce, eccolo lì il sorriso sul volto del Cigno di Sarajevo. Che poi nella ripresa assesta il colpo del k.o. con finta di destro per mettere a sedere l’avversario e poi interno sinistro chirurgico sul palo lungo. Ha saputo aspettare il suo momento, arrivato in coda al primo tempo, su assist di Lautaro: quel tocco di sinistro sarebbe semplice per tutti, ma non per uno che ha passato quattro mesi in un tunnel senza uscita. Ma eccola lì la luce, eccolo lì il sorriso sul volto del Cigno di Sarajevo. Che poi nella ripresa assesta il colpo del k.o. con finta di destro per mettere a sedere l’avversario e poi interno sinistro chirurgico sul palo lungo.
Dzeko ha fatto il suo dovere, ora toccherà a Lukaku rispondere sabato all’Olimpico contro la Roma. Inzaghi aveva pensato a una staffetta in vista delle due sfide pre derby, proprio per testare entrambi e poter decidere chi sarà la spalla di Lautaro in Champions. Perché l’importanza del Toro non si discute: Lautaro è una miniera d’oro per la fase offensiva nerazzurra, e ora anche le gambe hanno ripreso a girare come a inizio 2023, quando ogni pallone vagante si trasformava in gol o assist. La scucchiaiata del provvisorio 4-0 è bellezza estrema, è genio e sregolatezza, è sintomo di una ritrovata fiducia. Quella di cui l’Inter aveva bisogno per puntare al quarto posto, alla Coppa Italia e (almeno) alla finale di Champions».
L’articolo GdS, Inter: un attacco al top. L’analisi del reparto offensivo proviene da Inter News 24.