
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola gesture from the touchline during the English Premier League football match between Manchester City and Newcastle United at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on July 8, 2020. (Photo by Michael Regan / POOL / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. / (Photo by MICHAEL REGAN/POOL/AFP via Getty Images)
Pep Guardiola ha replicato a distanza alle parole pronunciate da José Mourinho e Jurgen Klopp in seguito alla sentenza del TAS che ha ribaltato quella dell’Uefa riammettendo il Manchester City alle prossime due edizioni delle coppe europee. “È una sentenza vergognosa perché se il City non fosse colpevole, non verrebbe punito con 10 milioni di euro di multa”, ha dichiarato ieri lo Special One. Alle parole dell’ex tecnico dell’Inter, hanno fatto eco quelle del manager del Liverpool: “Dal punto di vista personale, sono felice che il Manchester City possa giocare nella Champions League della prossima stagione, perché se avessero dovuto giocare tante partite in meno non avrei visto alcuna possibilità per qualsiasi altra squadra in Premier League. Non auguro nulla di male a nessuno, ma non credo sia stata una buona giornata per il calcio”, ha tuonato Klopp.
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Guardiola: “Mourinho e Klopp hanno il mio numero”
Secca la replica di Guardiola, che sottolinea l’onestà della condotta del suo club: “La sentenza dei tre giudici indipendenti è chiara – dice il manager dei Citizens – ma entrambi conoscono il mio numero di telefono, possono chiamarmi e gliela spiego. Come si suol dire: eravamo puliti”. Le parole dei due colleghi non gli sono piaciute affatto, insomma: “Se vogliono parlare sono qui, non è affatto un problema. Ma penso che non dobbiamo discutere molto perché la frase era chiara. C’è chi ha scritto che stavamo mentendo o tradendo, non era così”, conclude.