Maresca

La Juve starebbe valutando un cambio in panchina, con Conte e Zidane come candidati: intanto l’ex Maresca impara il mestiere da Guardiola

Gli uomini passano, ma la squadra resta. Questo assioma è inciso nella roccia nella storia della Juve, una squadra in cui non si è mai avuto paura di cambiare per raggiungere nuove vette. Ed è qualcosa che alla Continassa dovrebbero cercare di ricordare in questi tempi in cui, sia sul campo che fuori, il mondo bianconero sembra privo di qualsiasi vitalità.

ALLEGRI E LE CRITICHE

Le dimissioni del C.d.A, le incertezze sulla parte sportiva hanno lasciato un vuoto di potere che Allegri ha dovuto riempire, ma che per ora non sta portando i risultati sperati, con la squadra fuori ai gironi di Champions e la vetta della Serie A sempre più lontana. Un’altra critica che viene portata al tecnico toscano è quella di essersi radicalizzato nella sua scelta di non voler dare un gioco proattivo alla squadra, accettando invece una difesa posizionale molto bassa, che si basa sulla vittoria dei duelli individuali e che in attacco si limita a sfruttare il grande talento dell’arsenale offensivo.

Perchè sarà pure vero che in questo misterioso DNA Juve la grinta, il cuore e la difesa ci sono sempre stati, ma di pari passo con il talento, la tecnica e un gioco propositivo. Poche squadre al mondo, forse solo il Brasile e l’Argentina hanno un culto per il numero dieci pari o superiore ai bianconeri, eppure Allegri ha deciso di sacrificare il 10. Quello che molti tifosi chiedono alla società è proprio questo: non negare alcuni capisaldi della storia bianconera ai propri tifosi.

I NOMI PER LA PANCHINA

Anche la posizione di Allegri non è più così solida e sui giornali si parla già di successori, due su tutti: Conte, cavallo di ritorno, e Zidane, alla sua prima potenziale panchina lontano dalla Casa Blanca. Due scelte che hanno i loro pro e i loro contro. Si tratta sicuramente di due allenatori vincenti, ma il Conte di oggi al Tottenham non sembra più il tecnico dei primi scudetti bianconeri. Anche Zidane è un enigma: al Real Madrid il suo ruolo era di far coesistere, grazie al suo carisma, grandi campioni, ma non sembra avere quelle qualità di “insegnante di calcio” che alla Juve oggi servono.

La rosa dei bianconeri ha molti giocatori a fine ciclo, ma anche alcuni giovani di talento su cui, con un mercato ragionato, poter costruire. Servirebbe un tecnico che sa lavorare con i giovani valorizzandoli, che ridia alla squadra il gusto di giocare alto, che esalti il talento. Non guasterebbe poi che avesse un prezzo accessibile e fosse un qualcuno che conosce l’ambiente.

24 FEBBRAIO 2002

Allo Stadio Delle Alpi si gioca il Derby della Mole. Apre le marcature Trezeguet al 10’. Nella ripresa Ferrante trova il pareggio e corre sotto la curva dei tifosi granata caricando a testa bassa come un toro. All’80’ il toro va in vantaggio con Cauet e i tifosi si preparano a celebrare una vittoria che ai granata mancava da tempo contro gli odiati cugini, senonché… all’89’ Enzo Maresca, su cross dalla trequarti di Thuram, va a colpire di testa trovando il pari ed esultando con le corna del Toro: oltre al danno, la beffa. Quell’esultanza gli ha permesso di essersi ritagliato per sempre un posto nella storia del derby torinese e della Juve.

MARESCA IL CALCIATORE

Enzo Maresca alla Juve arriva dal West Bromwich nel 2000 e se ne andrà nel 2005: nel mezzo alcuni prestiti. In bianconero farà 51 presenze e 6 gol, tra cui quello al derby. Dopo una parentesi alla Fiorentina passa al Siviglia, poi in Grecia all’Olympiakos e infine Malaga. Proprio a Malaga c’è l’incontro decisivo con Manuel Pellegrini, una figura quasi paterna per il centrocampista. Come detto dallo stesso Maresca: «Una volta, mentre stavamo parlando, mi disse: ‘Devi provare a diventare un allenatore in futuro, perchè credo tu possa diventare uno di quelli bravi’. Fu solo una chiacchierata, ma da quel giorno ho cominciato a pensarci sul serio».

MARESCA, L’ALLENATORE

Appesi gli scarpini al chiodo, inizia la sua seconda carriera da allenatore: inizia come vice di Fiorin all’Ascoli nel 2017, per poi, sempre come vice, seguire Montella a Siviglia. L’anno dopo Pellegrini lo vuole con se al West Ham dove rimane fino al 2019: all’esonero del cileno, con la società pronta a dargli la squadra, non se la sente di tradire il suo “padre calcistico”. Nell’estate del 2020 arriva la prima panchina, con la Elite Developement Squad del Manchester City, la primavera dei Citizens, con cui vince il campionato di categoria. Dopo una parentesi breve e sfortunata al Parma, esonerato nel novembre del 2021, forse con troppa fretta, Enzo torna al Manchester City, questa volta come collaboratore tecnico di Guardiola.

La carriera di Maresca sembra quella di un cervello in fuga: c’è la forte propensione internazionale, la formazione tra Spagna e Inghilterra e il master con Guardiola, un ottimo maestro di calcio (chiedere agli allievi Arteta, Kompani e Xavi, tutti primi nei rispettivi campionati).

Si tratta solo di una suggestione: la Juve cerca altri profili, e forse è giusto anche non volerlo bruciare. Ma se chiedete ai tifosi bianconeri se vorrebbero vedere il proprio tecnico esultare per un derby vinto facendo il gesto delle corna, dubito diranno di no!

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ultimo aggiornamento: 01-01-2024


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