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Dopo Marotta, ecco Raiola: “Pogba non lascia la Juve se non sono tutti d’accordo”

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Principi di maggio col botto in casa Juventus: prima l’eliminazione, bruciante ma non catastrofica, nelle semifinali di Europa League, quindi la matematica certezza del trionfo in campionato, neanche il tempo di metabolizzare una stagione ormai andata in archivio che la dirigenza bianconera si è trovata di fronte al futuro. Il mercato, inesorabile, incombe ancor prima che si fermino le bocce e la Vecchia Signora non potrà che essere la regina di trattative, transazioni e accordi più o meno last-minute: tanti gli interrogativi che assillano le menti tanto in Via Galileo Ferraris quanto in seno ai tifosi di Madama, punti di domanda a cui pian pianino verranno datate delle risposte. E come ogni enigma che si rispetti, anche quello relativo a Paul Pogba dovrà vivere di indizi, prove e dichiarazioni velate prima di capire se il fenomenale centrocampista francese l’anno prossimo sarà ancora di scena allo Juventus Stadium.

Da mesi ormai si rincorrono voci che vogliono il Polpo Paul corteggiato in maniera feroce da due big del calcio europeo: il Paris Saint Germain, forte del richiamo della patria e dai soldi arabi, e il Real Madrid, un misto di blasone, possibilità economiche e passione planetaria. Ma Marotta e Agnelli, insieme agli altri due vertici del quadrilatero dirigenziale juventino cioè Nedved e Paratici, non vogliono in linea di massima privarsi del loro numero 6 e prima ancora di intavolare trattative hanno fatto sapere: innanzitutto si comincia a trattare per non meno di 70 milioni. Fosse solo questione di cash, allora il giocatore potrebbe davvero lasciare l’Italia; in realtà le intenzioni sono quelle di non privarsene come confermato senza peli sulla lingua proprio da Beppe Marotta a scudetto acquisito:

“Su Pogba abbiamo l’intenzione e la fermezza di allungare il contratto: abbiamo abbozzato i numeri e in ogni caso Paul è un ragazzo intelligente e questo è il suo habitat naturale per migliorarsi ulteriormente. Non si può immaginare una sua partenza”.

A dar man forte al direttore, ci ha pensato anche Pavel Nedved che con Pogba condivideva il procuratore: Mino Raiola era l’agente del ceco come ora lo è del francese. Per l’ex Pallone d’Oro non è tempo di cambiare aria per il transalpino e lancia addirittura un appello a Raiola:

“So che nel 2001 io arrivai alla Juventus grazie alla cessione di un grandissimo giocatore, ma noi vogliamo tenere Pogba più tempo possibile. Anche se alla fine non decidono mica le società, cosa credete? Decidono i giocatori! Sarà Paul a scegliere cosa fare della sua carriera. Con lui non ho parlato… L’ho fatto con Raiola. E gli ho detto: Mino, per una volta non pensare ai soldi ma alla crescita del giocatore. Usa la testa, da noi può crescere nel clima giusto e nell’ambiente ideale, altrove rischia di non riuscirci”.

Che sia un Dalì o un Monet, alla fine il buon Pogba rimane un calciatore nato nel 1993; fa gola, è vero, ma potrebbe anche smarrirsi prima di esplodere. Lo sa Mino Raiola che risponde a Marotta e Nedved come riporta Tuttosport:

“Continuo a voler bene e a stimare tantissimo Pavel. Come professionista, ma prim’ancora come persona. Pavel sa che farò il meglio per Pogba, così come faccio sempre per tutti i miei assistiti. E io so che, alla stessa maniera, Pavel fa il meglio per la sua società. La verità è che io faccio e farò per Paul esattamente quello che feci tanti anni fa per il Paolo ceco, Pavel. Paul stima Pavel enormemente. La Juve mi ha appena comunicato che Pogba è incedibile. Fa un grande piacere tutto ciò. Vedremo poi nei prossimi incontri che succederà anche perché Pogba non se ne deve andare via a tutti i costi, a Torino si trova bene. Vedremo più in là. Paul potrebbe lasciare la Juve solo se fossimo tutti d’accordo e se si presentasse l’offerta giusta al momento giusto”.

A questo punto la situazione è delineata: la Juve vuole tenerselo stretto e intende rinnovargli il contratto, in questo senso il suo agente non dovrebbe mettere grandi bastoni fra le ruote; ma se all’improvviso Pogba volesse cambiare aria, allora si aprirebbe qualsiasi trattativa e a quel punto gli interpreti della stessa dovranno cavare il massimo economicamente per poter dare il là alla buona riuscita dell’operazione. E’ il calcio, signori: pure gli enigmi che paiono a un passo dalla risoluzione, si ingarbugliano nuovamente in un attimo. E un Mondiale di mezzo potrebbe pesare più di mille parole.



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