Domani pomeriggio il Manchester United scenderà in campo di fronte al proprio pubblico, di fronte ci sarà il Norwich ed è inutile dire che i rossi dovranno provare a centrare la vittoria per continuare a sperare in una qualificazione per la prossima Europa League. In questo momento i Red Devils accusano sei punti di ritardo dal Tottenham ma hanno giocato anche una partita in meno, non sarà facile ma è ancora possibile sperare nel sesto posto. La settimana appena trascorsa è stata una delle più tormentate della storia del club, con l’esonero di Moyes e l’insediamento di Ryan Giggs sulla panchina con il ruolo di allenatore ad interim. Il gallese ha subito radunato intorno a sé i suoi amici di una vita, quelli della famosa classe del 1992, ad aiutarlo in queste quattro partite che mancano ci saranno infatti Paul Scholes, Phil Neville e Nicky Butt.

L’evento, attesissimo, della giornata era la prima conferenza stampa di Giggs alla vigilia di una partita. L’allenatore-giocatore è apparso tranquillo e sereno di fronte ai microfoni della sala stampa dell’Academy, un luogo suggestivo, lo stesso che sceglieva sempre Ferguson per le sue di conferenze stampa. Le sue prime parole ai giornalisti sono state di ringraziamento per David Moyes, nonostante i risultati deludenti di questa stagione, lo scozzese infatti già da questa estate lo aveva coinvolto affidandogli un ruolo nel suo staff:

Vorrei prima di tutto ringraziare David per avermi dato la prima opportunità per allenare. Ricorderò per sempre quando la scorsa estate mi ha telefonato chiedendomi di entrare a far parte del suo team. Ovviamente ero ancora un giocatore ma mi ha dato la prima chance in un ruolo da tecnico.

Archiviati i dovuti, e forse anche sentiti, ringraziamenti il discorso si è ovviamente spostato sul futuro, su queste quattro partite che mancano alla fine. Giggs si è detto estremamente orgoglioso e felice di quello che gli sta accadendo nel club di cui fa parte da quando aveva quattordici anni, da allora di anni ne sono passati ventisei:

Quando Ed (ndr. Ed Woodward, amministratore delegato del Manchester United) mi ha chiesto di occuparmi della squadra per le restanti partite non ho avuto nessuna esitazione nell’accettare. Devo dire che è il momento di massimo orgoglio della mia vita. Questo club ha rappresentato la parte più importante della mia vita fin da quando avevo quattordici anni. Sono orgoglioso, felice, un po’ nervoso, ma così come mi capita da calciatore anche da allenatore non vedo l’ora che sia sabato per la partite. Non vedo l’ora che siano le 17:30 di domani quando scenderemo in campo all’Old Trafford, so già che l’atmosfera sarà eccitante. Ho detto ai calciatori: “Ho fiducia in voi e so di cosa siete capaci. Andate e dimostratelo”.

Domani contro il Norwich Giggs vuole ritrovare lo spirito che in questi anni ha reso lo United uno dei club di maggior successo al mondo. Sacrificio e agonismo, ma anche voglia di divertire e divertirsi, questa la ricetta per ritrovare il sorriso, magari l’Europa e chiudere al meglio una stagione fatta di molte ombre e pochissime luci:

È stata una stagione frustrante. Si vince insieme e si perde insieme e in queste quattro partite che mancano voglio restituire alla squadra la positività. Abbiamo tre partite all’Old Trafford dove quest’anno non abbiamo fatto benissimo, e voglio vedere gol, tackle, spirito di squadra e voglia di esaltare il pubblico. Voglio vedere la passione che scaturisce dall’essere un giocatore del Manchester United.

Parole da leader, quello che è sempre stato in tutta la sua carriera con la maglia rossa dei Red Devils. Giggs ora di anni ne ha 40 e con questa esperienza potrebbe avviarsi anche a terminare la sua gloriosa carriera. Gli viene chiesto se l’esperienza da allenatore può significare la fine dell’avventura da calciatore, lui risponde con una battuta: “Non credo, ho appena rinnovato il mio contratto per altri cinque anni”. Il tono è scherzoso, ma la sensazione è che la voglia di correre dietro al pallone sia ancora intatta e non sembra tanto intenzionato a scegliere, non ancora almeno, una tranquilla, si fa per dire, vita da allenatore.

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