
ROME, ITALY - FEBRUARY 14: (L-R) Diego Maradona looks on as the Italian politician Enzo Rivellini holds up some documents about his ongoing legal dispute with the Italian tax authorities during a press conference at the European Union office on February 14, 2014 in Rome, Italy. The former footballer is accused of tax evasion and is said to owe almost 40 million Euros in unpaid tax on undeclaired earnings. Maradona denies these claims. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Diego Armando Maradona per l’accusa di diffamazione ai danni dell’ex presidente di Equitalia, Attilio Befera: l’ex pibe de oro argentino, nel 2012, affermava di essere una vittima strumentale del sistema di riscossione crediti dello Stato italiano:
“Sono stato ripetutamente vittima di una strumentale persecuzione da parte di Equitalia sulla base di documentazione falsa e di procedure irregolari che lo aveva portato vicino a gesti irreparabili, come è accaduto ad altre persone”.
parole che, con toni più e meno forti, furono pronunciate diverse volte e su diversi organi di stampa nazionale ed internazionale, causando secondo Equitalia un danno di immagine: a sollecitare il rinvio a giudizio di Maradona e anche del suo difensore l’avvocato Angelo Pisani era stato il pubblico ministero Nicola Maiorano e il gup di Roma Chiara Giammarco esaminerà la richiesta il 18 marzo prossimo. Contro Maradona si è costituita parte civile Equitalia con l’assistenza degli avvocati Emilio Ricci e Antonella Folieri.
La vicenda legata al contenzioso fiscale che da anni vede contrapposti Diego Armando Maradona e l’erario per il saldo di un debito tributario pari a quasi 40 milioni di euro finisce dunque all’attenzione di un giudice penale: Maradona, secondo i pm, rese quelle dichiarazioni sono solo personalmente ma anche tramite il suo difensore, l’avvocato Angelo Pisani, per il quale è stato chiesto il giudizio per lo stesso reato.
Secondo la difesa di Equitalia inoltre le parole di Maradona sono apparse lesive della reputazione oltre che indimostrate e gratuite:
“Parole che hanno alimentato anche quel clima di aggressione che si è creato attorno all’Ente culminato con una serie di gravi attentati ai danni della dirigenza e del personale. […] un ampia campagna stampa denigratoria che ha descritto un Ente ingiusto, prevaricatore e volto a esasperare le difficoltà economiche dei contribuenti meno abbienti, definiti vittime del sistema fino a essere condotti al suicidio.”
(in aggiornamento)