Tanto tuonò che piovve. Il rapporto tra il Real Madrid e Josè Mourinho termina consenzientemente, dopo una stagione giudicata non positiva per gli standard e le ambizioni della società spagnola. L’annuncio è stato dato poco dopo le 20, in una conferenza stampa organizzata dal presidente delle Merengues Florentino Perez. Il 50enne portoghese era legato al club da un contratto fino al 2016, ma quest’anno, se si esclude la Supercoppa vinta contro il Barcellona nello scorso agosto, non ha conquistato nessun trofeo: ora il divorzio consensuale. Lo Special One, dopo la finale persa contro l’Atletico Madrid, aveva ammesso il fallimento di una stagione.

Ad attenderlo ci potrebbe essere lo Stamford Bridge, la sua vecchia casa. E in un intreccio insolito di mercato Benitez, nonostante l’Europa League vinta con i blues, potrebbe andare al Napoli. Florentino Perez ha anche spiegato che al momento il Real Madrid non ha accordi con nessun altro allenatore. In realtà Carlo Ancelotti, fresco vincitore del titolo francese con il PSG, scalpita per raggiungere la capitale iberica e iniziare una nuova affascinante avventura. Le parole di Perez pronunciate circa un’ora fa:

“Dopo aver parlato col nostro allenatore, siamo arrivati all’accordo di ritenere concluso il nostro rapporto a fine stagione. È stato di mutuo accordo, anche se non è piacevole che se ne vada. Sia il club sia Mourinho hanno convenuto che è il momento giusto per chiudere questo rapporto. Non ci sono pre-accordi con altri allenatori, nei prossimi giorni valuteremo”.

Perez ha anche descritto le sue sensazioni sulla stagione appena conclusa:

“Arrivavamo da sei anni in cui uscivamo agli ottavi di Champions League e non eravamo teste di serie, ora siamo sempre in semifinale o in finale. Il Madrid ha fatto un salto qualitativo molto importante e ora sta dove gli compete. Il bilancio è positivo: un anno fa eravamo tutti ammirati, creavamo un calcio spettacolare, abbiamo battuto tutti i record (compreso quello dei 100 punti in campionato, che il Barcellona può eguagliare nelle prossime 2 gare, ndr). Ma essere secondi in Liga e nella Coppa del Re, uscire in semifinale in Champions non ci basta. Per questo il Real Madrid è grande: siamo esigenti, la nostra cultura è vincere”.

L’obiettivo si chiama Champions League e il numero uno madrileno non lo ha mai nascosto:

“Le decisioni si prendono per molte cose. Se avessimo vinto la Champions League forse ora non saremmo qui. Non so. Mourinho crede che tre anni siano sufficienti. Si sente stanco. Bisogna rispettare le decisioni tecniche, ogni allenatore ha la sua personalità. Lui ha riconosciuto anche di aver commesso degli errori per i quali si è scusato”.

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