Dietro alla più grande evidenza tecnico-tattica di un Napoli-Juventus da dimenticare al di fuori del campo (da ricordare, eventualmente, soltanto in Figc) c’è forse un messaggio neppure tanto cifrato a Paolo De Ceglie: Federico Peluso è tra i migliori in campo e, come accaduto in Scozia in Champions League, le lodi se le prende da esterno tra difesa e centrocampo nel dispositivo a 5 al quale Conte non pare più voler rinunciare.

Insomma, De Ceglie ora deve seriamente incominciare a preoccuparsi perché se anche Conte, suo ultimo difensore in bianconero, prende atto della macroscopica differenza tra i due, con Asamoah che verrà ritrovato presto e l’indisponibilità sul mercato dei Bale o dei Lahm di turno, allora il suo futuro sarà verosimilmente lontano da Torino. Perché questo Peluso ha buona tecnica di base, capacità di calcio, passaggio pulito, convincenti corpo a corpo, ottima scelta di tempo sui tackle e via discorrendo. Molto cioè di ciò che rimproverano i tifosi juventini al pur benvoluto De Ceglie.

Adesso forse questo è un acquisto che va rivalutato anche in sede giornalistica: meglio da esterno che da centrale (la differenza con Chiellini è quasi imbarazzante, per quanto Peluso se la possa cavare) e comunque anche jolly, cosa che De Ceglie non è. Poi la presa di coscienza che Peluso sia stato preferito ad Asamoah in uno dei match dell’anno la dice lunga vista la grande risposta. Se poi il ghanese avesse il terrore negli occhi (circostanza smentita da Marotta) e Conte abbia deciso all’ultimo di schierare l’ex atalantino, poco interessa.

Ora sa di avere una garanzia in rosa, magari non un titolarissimo ma una garanzia. Soglia mai raggiunta, nonostante tutte le difese dell’ambiente da un De Ceglie approssimativo e ormai ancorato al concetto, probabile, di incompiuto. Per lo meno, in bianconero.

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ultimo aggiornamento: 02-03-2013


Rassegna stampa 2 marzo 2013: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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