Rabiot

L’idea che continuare a scommettere su una maturazione delle sue potenzialità fosse una scelta giusta o addirittura obbligata aveva probabilità di riuscita decisamente minime

Si dice che Adrien Rabiot sia uno dei giocatori irrinunciabili per Massimiliano Allegri. Sicuramente è uno di quelli che rientra tra i non tanti meriti della gestione del mister di questo biennio senza vittorie. Non c’è infatti alcun dubbio sul fatto che il francese sia stato la nota lieta dell’ultima stagione. E vedendo il suo precedente triennio a Torino, l’idea che continuare a scommettere su una maturazione delle sue potenzialità fosse una scelta giusta o addirittura obbligata aveva probabilità di riuscita decisamente minime. Ancor più pensando a quel che sosteneva proprio l’allenatore. Vero, si era abbastanza d’accordo che la forza fisica del francese potesse sprigionare ben altro movimento e che – per dirla con le stesse parole del mister – possedesse un motore diverso rispetto al resto della compagnia. Ma che un giorno potesse finalmente toccare quella doppia cifra ipotizzata in diverse conferenze stampa, era un azzardo, per essere gentili. Tanto più se pronunciato proprio dall’unico tecnico che alla Juve era andato incontro a uno scacco clamoroso: nel 2021-22 Rabiot non aveva segnato neanche un gol, a fronte di un exploit fatto nella stagione d’esordio con Maurizio Sarri e della crescita fino a toccare quota 5 registrata con Andrea Pirlo.
Prefigurare il futuro è un’operazione molto difficile, ma i contratti hanno questo minimo pregio: stabilire almeno una cornice temporale di aspettative. La nuova Juventus 2023-24 non rinuncia al suo uomo migliore di quella precedente e pensare che l’orizzonte sia di un solo anno può generare dubbi sul significato dell’operazione, ma genera una certezza non banale: Allegri non si vede privato del giocatore che dovrebbe funzionare come garanzia di rendimento, non avendone tante altre a disposizione dopo 365 giorni trascorsi sull’altalena. Tradotto in un’immagine riassuntiva: per una squadra che ha segnato troppo poco, continuare ad avere uno che i gol – poco meno della metà dei suoi 11 – li fa sulle palle inattive è una base irrinunciabile. Il resto è questione di gioco, di connessioni con altri e magari un giorno si dirà che Rabiot con Pogba (o Milinkovic, o altri ancora) è davvero tutto un altro rispetto alla versione stralunata dei primi tempi.

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ultimo aggiornamento: 29-06-2023


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