Non sono ancora terminati i problemi per le decine di tifosi italiani fermati a Varsavia prima di Legia-Lazio. La polizia polacca ha pubblicato un video nel quale si nota un parapiglia in mezzo al traffico, ma la chiarezza delle immagini lasciano molto a desiderare. Solo oggi le forze dell’ordine polacche hanno mostrato coltelli, un’ascia e un casco. Sarebbero alcuni degli oggetti trovati in possesso dei tifosi della Lazio che la polizia polacca ha mostrato oggi ai giornalisti. ”Oggi abbiamo avuto una lista di 137 connazionali fermati per diversi reati – dice l’ambasciatore d’Italia Riccardo Guariglia a Sky – dai danneggiamenti all’aggressione agli agenti. I processi dovrebbero svolgersi entro domani”.

L’Ambasciata d’Italia in Polonia ha istituito una “unità di crisi” a seguito del fermo, ieri da parte della polizia polacca, di 149 tifosi italiani giunti a Varsavia per assistere alla partita Legia Varsavia-Lazio. Lo rende noto la stessa sede diplomatica aggiungendo che per “fornire assistenza ai fermati ed ai relativi famigliari, l’Ufficio Consolare rimarrà eccezionalmente aperto nel fine settimana con i seguenti orari: Sabato: 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Domenica: 9.00-12.00”. Sul sito dell’Ambasciata (http://www.ambvarsavia.esteri.it/Ambasciata_Varsavia/Archivio_N ews/TIFOSI+IT+A+VARSAVIA.htm) sono inoltre disponibili i numeri telefonici dedicati: – 0048 22 8263471/2/3/4 e poi digitare direttamente gli interni 306/307/309 appena parte il nastro registrato. – 0048 605322772 – 0048 601316529.

Il direttore sportivo della Lazio Igli Tare è intervenuto ai microfoni di SkyTg24 per spiegare la situazione:

“Ieri mattina abbiamo ricevuto un gruppo di nostri tifosi che era preoccupato per la propria sicurezza e, tramite noi e l’Ambasciata italiana, cercava di garantirsela. Di conseguenza abbiamo avuto un contatto con la polizia polacca per far scortare i nostri tifosi allo stadio, ci hanno garantito questo sostegno dando come punto di ritrovo un noto locale di Varsavia. All’arrivo degli agenti, però, i tifosi non sono stati scortati allo stadio, ma portati nei vari commissariati. Noi ringraziamo l’Ambasciata italiana che ha cercato in tutti i modi di aiutare questa gente che non ha fatto nulla. Erano a Varsavia solo per vedere una partita di calcio, qualcosa è successo ma non c’è stata nessuna violenza, né nulla di particolare. Anche dopo la partita i nostri tifosi hanno chiesto di essere scortati dalla polizia fuori dallo stadio, non sono stati accontentati e noi abbiamo organizzato un servizio di 50-60 taxi per loro. Da quel che sappiamo la maggior parte dei nostri tifosi rientrerà questa mattina”.

La polizia ci ha fermato perché cantavamo per strada. Ce la siamo cavata con una multa pari a 50 euro per quella che loro chiamano un’infrazione, altrimenti ci saremmo fatti 30 giorni di carcere. Abbiamo avuto un po’ di paura, ma siamo stati trattati bene“. È il racconto di uno dei circa 30 tifosi laziali – su 137 fermati ieri prima di Legia-Lazio di Europa League – rilasciati oggi a Varsavia dalla polizia. Lo ha riferito all’ANSA David D’Ario, padre di un amico del ragazzo rilasciato, con il quale ha parlato al telefono. Il figlio dell’uomo, che ha un leggero handicap uditivo, in queste ore è ancora trattenuto in questura nella capitale polacca, probabilmente solo a causa dei tempi burocratici.

David D’Ario è il padre di uno dei 137 tifosi della Lazio fermati ieri a Varsavia prima della partita di Europa League tra il Legia e i biancocelesti.

“Ma mio figlio è pure della Roma, era andato lì con gli amici della Lazio, per conto loro, non con i club, per fare una vacanza, doveva tornare domenica. Figuriamoci se commetteva violenze! Ha 24 anni, ha un lieve handicap per il quale non sente bene e quindi forse non capisce tutto quello che gli dicono. Mi ha raccontato che stavano andando dall’albergo allo stadio quando dei poliziotti li hanno avvicinati, circondati, fermati, tenuti in strada per ore e poi portati in commissariato. Non li hanno ammanettati, ma gli hanno fatto le foto segnaletiche, come dei criminali. Ma non sappiamo di cosa li accusano né quando saranno portati davanti a un giudice (secondo l’ambasciatore italiano in Polonia nelle 48 ore dal fermo, ndr). Potrebbero far sapere qualcosa almeno a noi genitori”.

Francesco Lollobrigida, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, anticipa la presentazione di unìinterrogazione parlamentare:

«Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri Emma Bonino per fare chiarezza sulle ragioni che hanno portato la polizia polacca a decidere ieri il fermo di 149 tifosi italiani arrivati a Varsavia per vedere la partita di Europa League tra il Legia e la SS Lazio. Chiediamo in particolare al governo di conoscere le motivazioni che hanno spinto le autorità polacche a tenere in custodia un numero così elevato di cittadini italiani, tra cui donne e bambini. Le immagini e le ricostruzioni giornalistiche raccontano finora di alcuni episodi di violenza, che consideriamo gravi e che condanniamo con fermezza, ma che di certo non sono sufficienti a giustificare l’arresto di quasi 200 persone e tali da descrivere una scenario di guerriglia urbana. Ci teniamo a ricordare, infatti, come il bilancio delle persone fermate in altre circostanze di estrema violenza che si sono verificate in Italia sia stato limitato a poche unità. Non ultimo il caso del grave comportamento tenuto nel settembre scorso dai tifosi polacchi del Legia a Roma, che hanno creato molti disordini in città e hanno persino tentato di assaltare l’Altare della Patria. Per queste ragioni, l’Esecutivo riferisca immediatamente in Aula su cosa sta succedendo ai nostri connazionali attualmente in custodia in Polonia».

I fatti di Varsavia: il comunicato della Lazio

Con riferimento ai fatti di Varsavia la SS Lazio comunica alcune informazioni al fine di evitare il susseguirsi di notizie infondate e la conseguente divulgazione attraverso i canali mediatici. Evidenziamo che la dirigenza è in costante contatto con l’Ambasciatore Sua Eccellenza Dott. Riccardo Guariglia al quale rivolgiamo un sentito ringraziamento per la disponibilità e l’impegno profuso. Prima di tutto è bene sottolineare che le uniche fonti ufficiali sono i siti web della SS Lazio e dell’Ambasciata Italiana a Varsavia. Abbiamo da poco ricevuto informazioni certe sulle condizioni dei tifosi attualmente sotto custodia delle autorità polacche. Tutti i trattenuti hanno ricevuto cibo e sono reclusi nei vari commissariati cittadini. A tutti loro è stato garantito il diritto di difesa in lingua italiana e pertanto le deposizioni sono effettuate in lingua madre con ausilio di traduttori. Non abbiamo ancora certezza sui numeri definitivi, ma sappiamo che 21 tifosi sono stati rilasciati nelle prime ore del pomeriggio odierno. Un numero minore di tifosi, sui quali pendeva l’aggravante di reati penali, è già stato liberato dietro patteggiamento e pagamento di una sanzione amministrativa. Tutti gli altri tifosi ancora reclusi e sui quali pendono capi d’accusa di minore entità saranno giudicati tra oggi e domani con rito accelerato. Si informano i familiari e i conoscenti dei reclusi che, secondo la legge vigente nello stato polacco, potranno essere adottate sanzioni amministrative nei confronti degli incolpati il cui pagamento costituirà l’unica via di rilascio. Si informa inoltre che è stata istituita presso l’Ambasciata d’Italia una “unità di crisi” a seguito del fermo, intervenuto il 28 novembre ad opera delle Forze di Polizia polacche, di 149 tifosi italiani giunti a Varsavia per assistere alla partita Legia Warszawa – Lazio. A tal proposito si segnalano i seguenti recapiti telefonici a cui rivolgersi per le informazioni sul caso; il personale dell’Ambasciata è a disposizione anche per facilitare l’eventuale pagamento di sanzioni amministrative: Sabato: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 Domenica: dalle 09.00 alle 12.00 Telefoni: 0048 22 8263471/2/3/4 e poi digitare direttamente gli interni 306/307/309 appena parte il nastro registrato. Oppure, 0048 605322772 e 0048 601316529.

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