Le voci e le dicerie su Joseph Marie Minala si sono moltiplicate in pochissime ore sui social network, sui forum e anche su molte testate giornalistiche autorevoli. Tutto è partito da uno spazio virtuale in cui intervengono i tifosi della Lazio. Alcuni iscritti si chiedevano se il calciatore avesse davvero 17 anni, altri ironizzavano sul suo aspetto fisico, come si fa spesso con un Tevez o con un Taddei. Battute da forum, insomma. Il passaporto e la carta d’identità, della cui autenticità al momento non c’è ragione di dubitare, certificano che Minala è nato a Yaoundé, la capitale del Camerun, il 24 agosto del 1996.

Ma nel mondo dell’informazione digitale anche i forum e i social network a volte diventano fonte di notizia, o simil tale. Possono risultare utili e non c’è nulla di scandaloso se si vuole riportare gli umori di una tifoseria, più discutibile se si cerca di creare una notizia da un fatto che non esiste, rischiando di ledere l’immagine di un minorenne. Così, in poche ore, da una discussione tra tifosi nasce il più classico dei casi di giornalismo virale, in cui si dubita dell’età di un calciatore minorenne (e a volte si ironizza) con la sola visione spicciola di qualche foto online.

Minala, nel frattempo, risponde su Twitter: “L”invidia è la debolezza dell”uomo e della gente povera d”animo. Quando essere in serie A fa male agli altri“. Poi interviene ai microfoni di TMW anche Maurizio Perconti, presidente e fondatore della Vigor Perconti, società di Roma che ha avuto tra le proprie fila proprio il ragazzo camerunense, prima di essere tesserato dalla Lazio:

“Questi tam tam sono un classico. Basta un commento e scatta una reazione a catena. Non mi stupisce che ogni tanto qualcuno se ne esca con simili stupidaggini. Quel che dicono è assurdo: conosco il ragazzo, ho visto i documenti. Il passaporto del Camerun dice che è del 1996, sulla carta d’identità c’è scritto pure 1996 e i test medici confermano anche la sua giovane età. Basta che uno metta in giro voci assurde che arriviamo a queste situazioni”.

Stefano De Martino, responsabile della comunicazione della Lazio, ha spento ogni illazione ai microfoni della radio ufficiale biancoceleste:

“Quando non c’è nulla da scrivere ci si avventura su queste cose. La società segue un percorso aderente alle regole ed è spiegato dalle documentazioni. Queste illazioni danno fastidio e non sono un aspetto positivo, giornalisticamente parlando. Lo definisco voyeurismo. Invito i colleghi a trovare un argomento più interessante. Mi dispiace per il ragazzo, ma queste cose succedono solo alla Lazio. Se Minala avesse giocato sull’altra sponda del Tevere non avremmo avuto un articolo del genere. Non c’è nulla da aggiungere e da rispondere a queste illazioni”.

E infine le parole di Mario Piccolo, ex compagno di squadra di Minala intervistato da Laziones24:

“Viveva in una casa famiglia e fu notato dai nostri osservatori proprio da una squadra legata a questa comunità. Venne alla Vigor con noi, per fare la Juniores Regionale, ma sin da allora iniziò a subire queste critiche. Noi compagni gli siamo stati vicini, ma lui ha sempre sofferto queste accuse. In particolare ricordo un episodio emblematico: era la semifinale contro l’Urbetevere, e lui ricevette insulti dal primo all’ultimo minuto proprio relativi alla sua età. Fu difficile calmarlo ed infatti fu ammonito. Un giallo pesante, che, vista la diffida, gli fece saltare la finale. A fine gara ci una sorta di rissa in campo, ma noi tutti eravamo molto arrabbiati per quello che era stato detto, in quell’occasione Joseph fu trattato malissimo, solo perché sembrava più grande di quello che in realtà era. In questi giorni ho letto che abbia addirittura molti più anni di quelli che ci sono sul suo cartellino. Ma è davvero una storia triste: lui è un ragazzo come gli altri, con comportamenti identici ai miei. Non ho mai avuto questa impressione, anche perché giocava nel mio stesso ruolo ed avevamo un buon rapporto. Sono molto dispiaciuto, credo che il rispetto per la persona sia una cosa fondamentale e, soprattutto, che non si debba giudicare dalle apparenze. Ha già passato molti momenti difficili, credo che meriti rispetto, anche perché una persona che non lo conosce, non dovrebbe avere la libertà di dire determinate cose “.

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ultimo aggiornamento: 12-02-2014


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