Rudi Garcia si augura che domani i datori di lavoro della capitale diano una mezz’oretta di permesso ai propri dipendenti: alle 18 e 30 è in programma il recupero tra Roma e Parma del 2 febbraio scorso (si riprenderà agli ordini del signor De Marco di Chiavari dall’8° minuto di gioco), una gara fondamentale per il sodalizio giallorosso. Negli ultimi due giorni l’allenatore transalpino ha spesso parlato di “matematica” per esprimere un concetto molto semplice: finché la Roma avrà a disposizione i punti per agganciare la battistrada Juventus, allora la squadra ci crederà allo spasimo; nella conferenza stampa della vigilia, però, la matematica è servita anche per far notare a Garcia una cosa cioè che in caso di tre punti domani, quelli di distacco dalla Fiorentina quarta diventerebbero 21 che a sette giornate dalla fine vorrebbero dire qualificazione certa nella prossima Champions. Da cui soldi in cassa, un mercato interessante, il prestigio europeo:

“L’obiettivo era tornare in Europa, ora siamo molto vicini alla Champions, ma speriamo di entrarci senza preliminari. Vinciamo domani, poi ne parleremo dopo la partita, prima delle gare di Champions, che per il momento giocheranno altri…. Il mercato? Sappiamo che ogni anno una rosa è diversa da quello precedente. La rosa cambierà come tutti i club del mondo, ma voglio raggiungere un bel traguardo con questa rosa, che lo merita. E’ sempre più facile fare la grande rosa con i soldi, ma dipende dalla forza economica. Sul discorso economico, ne sanno di più Baldissoni e Pallotta, ma intanto abbiamo fatto in modo di mettere un po’ di soldi in cassa e costruito una rosa che sta dimostrando che possiamo fare delle grandi cose”.

Sì, questa Roma può ancora migliorare e sarebbe già perfetta, almeno in Italia, se avanti a lei non avesse trovato una Juve rodata da tre anni di lavoro contiano con in più l’innesto di un certo Tevez che ha garantito 18 gol in campionato; eppure l’ambizione dell’ex tecnico del Lille non può prescindere dalla pazza idea che accada l’imponderabile, che il motore bianconero si inceppi a un giro dalla fine, perché solo credendo nei miracoli alla fine questi possono realizzarsi:

“Se dovessimo vincere domani il secondo posto non sarebbe matematico, ma di sicuro sarebbero tre punti pesanti, che allungherebbero lo scarto sulla terza e diminuirebbero la distanza sulla prima. Dobbiamo vincere più partite possibili e abbiamo bisogno che la Juve perda punti, anche con qualche pareggio. Il nostro obiettivo resta il secondo posto, ma se si apre la possibilità di andare più in alto bisogna provare a essere presenti. Finché la matematica non ci condanna dobbiamo crederci, abbiamo già visto in altri campionati rimonte impossibili. Percentuali? Non sono bravo in questo gioco, penso a vincere domani”.

Occhio però perché la partita dell’Olimpico di domani non sarà per nulla scontata: di fronte c’è un Parma alquanto arrabbiato dopo due ko di fila immeritati probabilmente entrambi; alcuni giocatori sono particolarmente caldi (anche se mancheranno l’ex Cassano e Paletta, neanche convocati), in più dopo il pareggio di ieri dell’Inter per i ducali è viva la possibilità di scavalcare proprio i nerazzurri in caso di colpaccio nella capitale, con conseguente sesto posto solitario traducibile a maggio in Europa League. Domani prima del succulento banchetto europeo, a Roma si consumerà un aperitivo davvero niente male.

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ultimo aggiornamento: 01-04-2014


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