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Se col West Ham era cresciuto come ragazzo e calciatore sotto lo sguardo attento del padre Frank sr. e dello zio Harry Redknapp, è stato al Chelsea che Frank Lampard è definitivamente maturato come uomo risultando per tante, tante stagioni un pilastro del centrocampi dei Blues, faro di Stamford Bridge e formidabile goleador nonostante fosse un mediano. Quello conclusosi circa un mese fa è stato l’ultimo campionato da calciatore per il 36enne originario dell’Essex, il 13esimo col Chelsea, la squadra che ora si appresta a salutare a parametro zero dopo averla rappresentata sui campi di tutto il mondo in qualità di capitano e recordman.

Se c’è un uomo, uno solo, che incarna lo spirito dell’era Abramovich, il calciatore copertina, la bandiera della nuova era Blues, allora quello è Frank Lampard, come suggeriscono statistiche e numeri mostruosi: 11 titoli (tutto quel che c’era da vincere, tranne la Coppa del Mondo per club persa col Corinthians), 648 presenze (terzo dietro Harris e Bonetti) e 211 gol (miglior realizzatore nella storia del club), 147 dei quali in Premier League che sommati ai 24 con gli Hammers fanno 171, quinto realizzatore di sempre nella storia della Premier League dietro a Shearer, Andy Cole, Henry e Rooney. Il popolo del Chelsea saluta un grandissimo e lui come ovvio saluta il club e i suoi tifosi:

“Questo club è diventato parte della mia vita. Quando sono arrivato, non avrei mai creduto di poter essere così fortunato da giocare così tante gare e godermi così tante vittorie. Il Chelsea andrà avanti e non ho dubbi che, con la qualità dei calciatori che c’è, continuerà a collezionare successi come negli anni passati”.

Poi passa ai ringraziamenti:

“Ho tante persone da ringraziare per l’opportunità che mi è stata data. In primo luogo Ken Bates, che ha fatto di tutto perché io arrivassi al Chelsea. Poi Roman Abramovich, l’uomo che ha salvato il nostro club e ci ha portati ad alti livelli. Il suo desiderio di spingere il club al top del mondo del calcio ha contagiato tutti. I dirigenti e gli allenatori che mi hanno aiutato a migliorarmi nel corso di questi 13 anni. Ho attinto qualcosa da ognuno di loro. Tutti i compagni di squadra con cui ho avuto la fortuna di allenarmi e giocare insieme per così tanto tempo: si tratta anche di amicizie importanti. Mi piacerebbe anche fare una menzione speciale a tutto lo staff e le persone dietro le quinte del Chelsea che non ricevono solitamente gloria, ma che senza le quali il club non potrebbe funzionare”.

Senza dimenticare i tifosi:

“Infine vorrei ringraziare i tifosi: credo che siano i più grandi fan al mondo. Mi hanno sostenuto sin dal primo momento in cui sono arrivato qui: non solo in campo, ma anche nei momenti difficili della mia vita personale. Non lo dimenticherò mai. Mi sento onorato di aver condiviso tanti momenti speciali con loro. Bolton, Amsterdam, Monaco di Baviera, la lista potrebbe continuare all’infinito. Qualunque sia la prossima sfida non vi dimenticherò mai e sarà sempre vicino a voi. Spero di potervi vedere presto per darvi il mio addio. Nel frattempo grazie per i ricordi e continuate a fare la storia!”

Le parole più belle sono però quelle di José Mourinho, suo allenatore nel doppio mandato londinese, che ha raccontato anche dei retroscena sul suo arrivederci al club:

“Non potete immaginare quanto è stato difficile. Difficile perché ne abbiamo parlato di persona e non al telefono. Una conversazione difficile, ma anche piena di felicità perché sicuramente lui un giorno tornerà al Chelsea. L’accordo è che Lampard potrà tornare quando e come vuole. Roman Abramovic gli lascia la porta spalancata perché sa che nel Chelsea potrà fare qualsiasi cosa Lampard vorrà fare. Potrà fare l’allenatore, allenare i giovani, fare il mio assistente e prepararsi per i corsi federali perché può prendere il patentino. Adesso lui vuole ancora giocare e poi è interessato alla carriera da dirigente. Dunque non è la fine della carriera di Frank Lampard al Chelsea, ma solo una breve pausa”.

Quando poi si tratta di trarre un profilo del suo “capitano“, lo Special One non lesina complimenti sentiti:

“Nel ruolo di centrale di centrocampo puoi avere giocatori che sanno giocare molto bene. Il regista, il numero 10, il campione che crea in campo. In generale la gente pensa che siano dei fuoriclasse che giocano per i compagni nel creare occasioni, ma non devono difendere. Per Frank Lampard non credo esista una definizione perché gioca in tutti i ruoli di centrocampo. Basta guardare i suoi numeri per capire che è il numero uno. Il migliore per almeno dieci anni di fila”.

E ora? Dove andrà a giocare Frank Lampard? Ancora non si sa ma molti indizi portano ai New York City che di recente hanno acquistato David Villa: la destinazione pare così sicura che i bookies hanno sospeso la quota di giocata. Il problema, per così dire, è l’ingaggio del giocatore: anche la Fiorentina ci aveva fatto un pensierino, ma per quanto guadagna il mediano inglese, potrà essere accolto solo in campionati ricchi ed esotici.

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ultimo aggiornamento: 06-06-2014


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