Oggi Antonio Conte non diventerà soltanto il commissario tecnico dell’Italia. Ne diverrà l’imperatore. Non tanto per i soldi – Fabio Capello per allenare la Russia ne prende il doppio – ma perché avrà pieni poteri. Quelli che forse gli mancavano alla Juventus. Dove era l’idolo indiscusso di spogliatoio e tifosi, ma doveva sottostare al budget e agli ordini presidenziali.

Conte non ama essere un sottoposto. Ama comandare. Fa il capo ultrà, arringa le folle. Urla quando è il caso. E questo effettivamente serve all’Italia: uno che sappia strigliare i Balotelli di turno. Carlo Tavecchio ha fatto gol, dopo l’autorete con la battuta sulle banane. Siamo 1-1, insomma. E palla al centro. Conte ora potrà convocare chi vuole. Senza limiti di spesa. Non so se dirà anche da ct di essere alla guida di una Cinquecento mentre i tifosi pensano che sia una Ferrari. Non so se si limiterà di più di quando era bianconero.

Quello che so è che Antonio Conte da Lecce non si deve aspettare gratitudine eterna dal popolo juventino che, pure, lo idolatrava fino a un mesetto fa. Allo stupore iniziale per le dimissioni si è aggiunto infatti un certo qual disgusto. Ma come, Conte, vai ad allenare quelli che ti hanno squalificato e costretto a stare in tribuna per sei mesi? Tu, che ti proclami juventino – e lo sei, credo – vai a dare una mano a chi alla Juve ha tolto ingiustamente due titoli, retrocedendola in B?

Bastano davvero 4,1 milioni di euro e pieni poteri per sentirti a casa? Non pensi proprio a quei 14 milioni di tifosi juventini che si sentono ora doppiamente traditi? Perché se tu fossi andato al Psg o ti fossi fermato per un anno, il distacco sarebbe stato triste e basta. Mentre ora, quando verrai a giocare a Torino, non tutti ti stenderanno fiori davanti. Sì, magari non te ne importa nulla. E oggi alle 11.30 dirai le tue verità.

Ma, intanto, a bocce ferme, io ti dico che la tua dignità l’hai calpestata. Vero che ora non c’è più Abete, ma Tavecchio. Che al tuo fianco avrai il tuo staff. Ma la Figc resta la Figc. Quella che ha impedito alla TUA Juve di mettere la terza stella due anni fa. Guarda caso, dopo il tuo primo capolavoro. Mi sento di augurarti buona fortuna da italiano, caro Conte, ma da juventino non me la sento proprio di augurarti tanti successi. Sicuro che tra due anni, anche se avrai vinto, te ne andrai se qualcuno ti offrirà cento euro in più. Magari pure all’Inter perché – tu dirai – noi siamo professionisti. Noi invece siamo tifosi. Forse a volte troppo campanilisti, esagerati. Ma sempre con il cuore in mano.

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ultimo aggiornamento: 19-08-2014