Il Milan e i New York Yankees danno vita a una nuova collezione di abbigliamento e, per l’occasione, il logo del Milan è cambiato. Tifosi imbufaliti.
Nell’epoca attuale, dove il calcio si trasforma sempre più in un gigantesco palcoscenico globale, l’AC Milan spicca per il suo innovativo approccio nel settore del marketing, segnando un netto distacco dalle pratiche più convenzionali. Questa evoluzione è guidata con particolare vigore dall’arrivo di RedBird come nuovo proprietario, il quale ha impresso una decisa accelerata verso l’espansione delle prospettive economiche del club. Questa strategia non mira a sostituire l’essenza sportiva, cuore pulsante dell’entità milanista, ma si propone di aggiungere una nuova dimensione al tifo e all’esperienza calcistica, rendendola più sostenibile e coinvolgente.
Il nuovo orizzonte del marketing milanista
La nuova gestione del Milan sotto la guida di RedBird ha dato vita a un progetto ambizioso, volto a far “vivere” il brand in maniera più intensa ed estesa. Contrariamente ad altre realtà calcistiche italiane, il Milan si distingue per un approccio denominato “business esperienziale”, attraverso il quale intende coinvolgere i suoi seguaci in esperienze che vanno al di là del mero spettacolo calcistico. Questa filosofia punta a trasformare l’entusiasmo e la passione dei tifosi in opportunità di crescita economica sostenibile, evolvendo il modello di business oltre le tradizionali entrate da biglietteria e diritti TV.
Il cambiamento che divide
Nonostante gli sforzi del club di rivoluzionare il proprio approccio all’engagement dei tifosi, alcune iniziative hanno suscitato reazioni contrastanti, se non veri e propri malumori, particolarmente acuiti nei luoghi di ritrovo digitali come i social media. Un esempio lampante di questa polarizzazione è stato il co-branding con i New York Yankees, e la conseguente rivisitazione dello stemma dell’AC Milan. Sebbene questa iniziativa mirasse a lanciare una nuova collezione di abbigliamento, non ha mancato di scatenare commenti ardenti: da chi lamentava la perdita di identità del club, a chi denunciava una eccessiva americanizzazione, fino a chi accusava il Milan di trasformarsi in un mero “e-commerce”.
Una visione tra tradizione e innovazione
Le critiche evidenziano un punto di frizione importante nella cultura calcistica contemporanea: la tensione tra l’attaccamento a una tradizione, vista come parte inalienabile dell’identità di un club, e la spinta verso l’innovazione e la sperimentazione in ambito commerciale e di marketing. Le risposte intense dei tifosi rivelano quanto profondamente queste identità calcistiche siano radicate, e quanto sensibili siano le comunità di appassionati a cambiamenti percepiti come esterni o non autentici. Tra i commenti più in vista leggiamo infatti che “Il Milan non è un e-commerce!”.
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