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Arbitri, Javier Zanetti: “Certe regole valgono solo per l’Inter”

Il 10 agosto prossimo compirà 40 anni. Javier Zanetti, però, assicura che di lasciare il calcio giocato non ci pensa proprio perché 40 anni “sono tanti ma non troppi, se ti senti ancora bene e utile“. Almeno per un’altra stagione. Il capitano dell’Inter lo dice in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, nella quale affronta diversi temi caldi del calcio nostrano.
Prima di tutto, però, il suo futuro. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, l’idea è quella di “stare il più vicino possibile alla squadra e poi magari rappresentare la società in appuntamenti particolari“. L’argentino passa poi ad Alvarez, il connazionale che per il momento non ha certamente entusiasmato i tifosi nerazzurri:

Ricky secondo me non ha deluso: ha fatto fatica a trovare continuità. Avesse potuto giocare dieci partite di seguito, oggi di lui diremmo altre cose. Purtroppo si è infortunato spesso, ma non dite che è molle: vuole sempre la palla e anche se San Siro non è uno stadio facile, non ha mai avuto paura di continuare a chiederla.

Quindi il giudizio su Balotelli, uno che è andato via da Milano per ricercare la serenità d’animo:

Di Mario nessuno ha mai discusso le qualità, ma i comportamenti: quelli mi pare non siano cambiati granché, anche dopo che se n’è andato dall’Inter. Evidentemente non dipendevano da noi e non so se si possa ancora dire che all’Inter
non è stato capito, o aiutato.

Impossibile non chiedere un parere – da capitano e da futuro dirigente – su Sneijder, il cui futuro prossimo non è ancora del tutto chiaro:

L’unico che può decidere è lui e dovrà parlare chiaro ed essere sincero: se vuole restare, una soluzione si trova. Gli ho detto: scegli con il cuore. Sa che il gruppo non lo ha mai lasciato solo.

Infine il tema bollente degli arbitraggi. Una eccessiva severità e qualche sbavatura nei giudizi hanno alterato i risultati, soprattutto i più recenti, della squadra di Stramaccioni:

Io lascerei stare i vittimismi, ma non una constatazione: alla terza squalifica senza rosso diretto, Ranocchia dopo Cassano e Guarin, pensi che un po’ di buon senso in più non guasterebbe. (…) Ne abbiamo già parlato fra noi, ma sinceramente non ci sentiamo una squadra così maleducata con gli arbitri. Anzi, sappiamo per certo che c’è chi ha fatto peggio di noi e allora è inevitabile pensare a due pesi e due misure, farsi venire il sospetto che certe regole valgano solo per noi. Così è un po’ troppo, dai.

Foto | Getty Images

Massimo Galanto

Classe 1988, pugliese di nascita, è giornalista pubblicista dal 2010. Scopre il mondo dei blog per caso, dopo esperienze legate ai giornali di ‘carta’. Laureato prima all'Università degli Studi di Bari e poi a La Sapienza di Roma, vive nella Capitale. Ma in questo momento potrebbe essere ovunque.

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