L’opinionista Paolo Condò cerca di analizzare a mente fredda la batosta subita dalla nazionale italiana che non andrà ai Mondiali.

Paolo Condò su La Repubblica rivendica la bontà dei calciatori italiani anche dopo l’eliminazione dal Mondiale subita dalla nazionale. “Riscopriremo il fatto che a fronte del modesto bacino nel quale pescare (gli italiani che giocano in Serie A e negli altri campionati di livello), i buoni giocatori non ci mancano. Ed è proprio questa l’amarezza: mentre non saremmo mai stati protagonisti del Mondiale 2018, nel prossimo saremmo stati competitivi. Negarlo adesso ci fa stare meglio, perché abbiamo qualcuno con cui prendercela. Da rivitalizzare e riorganizzare, certo”.

Nicolò Barella
Nicolò Barella

Prendiamo Donnarumma: con la Turchia si è fatto passare la palla fra le gambe dopo una manciata di minuti, e l’abbiamo dato un’altra volta per perso, salvo sbalordirci per la deviazione su Çalhanoglu e, nel sofferto finale, per la parata che ha tolto di porta un 3-3 ormai cantato. Prendiamo Tonali, spesso impreciso ma vivo, sempre nel cuore del gioco, sempre con la testa alta e il pensiero verticale. Prendiamo Scamacca, che ha riempito la partita di giocate: non tutte positive, ma sottrargli il pallone è un’impresa e con una portaerei così l’Italia occupa l’area facendo affluire gli incursori. Prendiamo Raspadori, ruggente e opportunista, la porta in testa e il fuoco nelle gambe. E non sarà certo Palermo a farci buttare a mare Barella e Bastoni, Verratti e Pellegrini, Chiesa che tanto è mancato, e i binari laterali Di Lorenzo e Spinazzola. In attesa del miglior Zaniolo, Konya ha legittimato tutti i nostri rimpianti: e ne ha aggiunti a Mancini, perché ieri, in una situazione molto più leggera rispetto a Palermo — questo va detto, per onestà — si è visto parecchio di meglio. Che sia una base per ripartire, e non lacrime nella pioggia“.

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ultimo aggiornamento: 31-03-2022


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