La crisi sta cambiando il calcio, dobbiamo prenderne atto e le ultime vicende legate ai più blasonati club del Bel Paese devono far profondamente riflettere. E magari non bollare come semplicemente ardite le proposte lanciate da chi come l’agente Mino Raiola, non ama usare contorsioni linguistiche: “Milan e Inter vogliono contrastare i top club europei? Si fondano e facciano unica società”. Quanto accaduto in questi ultimi mesi ai due club, fanno chiaramente capire quanto gravoso, anche per una città come Milano, avere due top club di calcio. Non è un caso, infatti, che la famiglia Moratti sia stata costretta a cedere il 70% delle proprie quote azionarie al magnate indonesiano Erik Thohir, chiudendo di fatto un’epoca.

E il Milan? Molto meglio non sta se nelle ultime stagioni il patron Silvio Berlusconi ha aperto alla possibilità di nuovi ingressi stranieri in società, avviando al contempo un profondo processo di taglio dei costi, partendo innanzitutto dal personale – i calciatori – puntando sui giovani. Insomma, allo stato attuale delle cose, una fusione tra Milan e Inter, che di certo non farebbe felici le tifoserie che da un secolo ormai si danno battaglia sugli spalti, non appare una cosa così al di fuori di ogni logica.

Un’unica società al posto delle due attuali, sarebbe cosa buona e giusta anche secondo Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell’Inter, che il mondo pallonaro milanese lo conosce molto bene. Parlando nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Tuttosport’, Paolillo evidenzia come “si tratta essenzialmente di un discorso economico che parte dal fatto che siamo in una città dove entrambe le società hanno intenzione di trovare una nuova governance. Il calcio oggi è un’industria e quindi credo non sia da scartare che avvenga ciò che normalmente accade negli ambienti industriali o nelle banche, ovvero una fusione – sottolinea l’ex dirigente nerazzurro -. Che, per me, sarebbe auspicabile piuttosto che avere due squadre che, per mancanza di investimenti, rischiano di perdere competitività ad altissimo livello”.

Insomma, così come avviene in altri settori industriali, quando due aziende in competizione nello stesso settore si fondono per evitare di perdere troppo terreno sul mercato, anche nel calcio Milan e Inter dovrebbero unire le forze per contrastare lo strapotere internazionale di Real, Barcellona, Manchester, Bayern Monaco… I tifosi, secondo Paolillo, dovrebbero superare le rivalità in virtù del bene comune:

“I  tifosi non devono vivere questo come una minaccia ma come una opportunità. Indubbiamente una fusione porta al problema delle rivalità cittadine e del mancato riconoscimento in quella che un tempo era la squadra del cuore. Però attenti: è meglio per i tifosi avere una nuova entità che può essere altamente competitiva in Europa oppure restare con due squadre che sono molto meno competitive rispetto a un tempo? Con una fusione si può trovare nuova linfa: dipende cosa viene proposto ai tifosi e come viene costruita la nuova società – ha detto ancora l’ex ad nerazzurro – . Chiamarsi ‘MilanInter’ non sarebbe affatto male. E poi una maglia rossonerazzurra era già stata utilizzata per un’amichevole nel passato, quindi… “.

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Rassegna stampa 25 settembre 2013: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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