Giacomo Bonaventura, centrocampista offensivo eclettico dell’Atalanta (ma di origini abruzzesi), era già nel suo piccolo un uomo-mercato prima della chiamata di Prandelli per le preselezioni della Nazionale in vista della Confederation’s Cup in programma in Brasile a giugno. Ora, però, il livello di pressione sul calciatore orobico è salito esponenzialmente al punto di poter parlare di vera e propria sfida tra Inter e Napoli.

Il passaggio chiave è il prezzo, finalmente fissato dal direttore dell’Atalanta Pierpaolo Marino: 10 milioni di euro, non uno spicciolo in meno, e possibilmente senza contropartite. La situazione spiazza di fatto più l’Inter che il Napoli, visto che i nerazzurri ritenevano di poter fare un discorso unico nel gioco del dare avere messo in piedi a gennaio con i trasferimenti di Schelotto a Milano e Livaja a Bergamo. No, quindi, l’Atalanta intende tenere i discorsi separati, un po’ come fa (con ottimi risultati) l’Udinese. Resta comunque profondo l’interesse di Branca, che aveva già sottoposto il nome a Stramaccioni con riscontri favorevoli già nei mesi passati.

A questo punto lo scenario potrebbe favorire il Napoli, che il cash lo avrà e comunque non ritiene eccessiva la richiesta anche in previsione di un potenziale titolare ed eventuale alter-ego di Hamsik per caratteristiche atipiche nella trequarti campo. Ma anche il Napoli vuole rendere più complesso il discorso perché ancora interessato al portiere Consigli, considerato da Bigon il giusto erede di De Sanctis: servono 15 milioni almeno, ma se davvero parte Inler destinazione Galatasaray allora i partenopei potrebbero accontentare in tutto e per tutto il club di patron Percassi.

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