Nel mondo del giornalismo si tende sempre a semplificare ed estremizzare. Fa parte del modo di comunicare più efficace possibile richiesto dai media (e dalla concorrenza) di oggi. Così affermare che Conte sia infuriato per il mercato è una maniera più o meno corretta di esprimere un certo reale disappunto del tecnico della Juventus per come si è consumato il mercato bianconero nell’ultimo mese, dopo che è stato totalmente accontentato con gli arrivi di Tevez, Llorente e Ogbonna, ovvero giocatori di totale gradimento, ma soprattutto già a disposizione fin dal primo giorno di ritiro. Un particolare non di poco conto per come la pensa l’ex capitano della Vecchia Signora.

Allora dove risiede il malumore? Bisogna tornare al celebre summit di metà luglio, quando fu stilata la programmazione del mercato. Ed è qui il nodo. Pare che la lista delle cessioni, qualcuna anche dolorosa, prevedesse su richiesta dell’allenatore l’addio a Vucinic, Isla, De Ceglie e Quagliarella. Quattro che certamente facevano parte dei primi cinque da depennare, chi per assenza di fame e stimoli, chi per stato fisico, chi per involuzione, chi per rapporti forse anche di carattere personale. Il montenegrino doveva esser sostituito da un altro top, Jovetic primo della lista, ma non necessariamente lui. Saltato il viola, la Juve è andata in blocco di idee su giocatori “arrivabili”, nonostante Vucinic avesse offerte da 20 milioni in Inghilterra.

Mauricio Isla è un capitolo ulteriore, figlio anche del mancato arrivo di Zuniga, ma anche qui i bianconeri non hanno saputo assortire la bancarella da cui attingere trattenendo per logica il cileno che a questo punto deve farsi passare di testa l’Inter e Mazzarri e dimostrare di valere almeno un degno posto da vice-Lichtsteiner. Magari sarà il vero acquisto della stagione, ma a Vinovo c’è chi ci crede poco.

De Ceglie e Quagliarella sono stati infine il pomo della discordia, legati a doppio a livello di destino alle cessioni in parte inattese di Giaccherini, Marrone e Matri. Per questioni legate anche alla Lista Champions i bianconeri non potevano privarsi di De Ceglie e Marrone contemporaneamente, ma Conte aveva di fatto silurato l’esterno. E’ andata diversamente. Su Giaccherini invece mai avrebbe pensato, mentre su Matri il tecnico è sempre stato possibilista a patto però che uscisse anche Quagliarella per andare poi magari a completare l’attacco con un giovane di belle speranze (quindi un Boakye o un Berardi, oggi di fatto sacrificati se fossero stati trattenuti a Torino).

Paiono dettagli, ma non lo sono. Anche perché Nainggolan non è arrivato e i buchi a centrocampo, una volta partiti sia Giaccherini che Marrone, verranno nell’emergenza compensati dall’accentramento di Asamoah che darà quindi spazio a Peluso. O ad una difesa a quattro. O, sperano quelli dello staff, a un ritrovato Pepe che ha un anno di inattività da smaltire ed ora si allena quasi a pieno regime con i compagni di squadra.

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