Ci si interroga sul futuro dell’attaccante esterno portoghese: in questa stagione la crescita si è arrestata non solo per colpa del rapporto non buono con l’allenatore.
La situazione che sta vivendo attualmente Rafael Leao al Milan è emblematica di come pressioni esterne ed interne, ambizioni personali e dinamiche di squadra si intreccino in modo complesso.
Il portoghese si trova infatti a dover riconquistare non solo la fiducia del club e dei tifosi ma anche un posto da titolare che sembra essere sotto attacco da parte di Noah Okafor.
Il momento di difficoltà
Le ultime settimane non sono state facili per Leao, che, dopo un avvio di stagione al di sotto delle aspettative, ha visto ridursi il proprio spazio in campo. Le esclusioni e le sostituzioni durante le partite contro l’Udinese in campionato e il Club Brugge in Champions League hanno alimentato ulteriori dubbi sul suo ruolo all’interno del Milan.
La concorrenza
L’ex Lille, nonostante non abbia fornito prestazioni insufficienti, sembra poter perdere il posto in favore dello svizzero Okafor, che contro i belgi ha messo in pratica quanto chiesto da Fonseca. Secondo gli addetti ai lavori lo svizzero avrebbe giocato a Bologna, gara che poi, com e tutti sappiamo, è stata rinviata. La partita contro il Napoli, ritenuta cruciale per le ambizioni Scudetto della squadra, si pone ora come banco di prova decisivo per il portoghese: Leao darà tutto in allenamento in questi giorni perché non vuole assolutamente guardarla dalla panchina.
L’intervento dello svedese
In questo delicato frangente, l’intervento di Zlatan Ibrahimovic gioca un ruolo chiave. L’incontro tra il dirigente svedese e Leao a Milanello ha rappresentato un momento di confronto e motivazione essenziale: Ibrahimovic ha esortato Leao a dare il massimo, testimoniando l’appoggio e la fiducia del club nei suoi confronti.
Il dilemma
La Gazzetta dello Sport fa notare come Fonseca chieda a Leao cose molto diverse da quelle che gli chiedeva Pioli: il parmense quasi lo esentava da compiti difensivi. Se da un lato il tecnico riconosce in Leao un patrimonio di talento per la squadra, dall’altro è costretto a bilanciare le esigenze collettive con quelle individuali, in un momento in cui il motto “prima la squadra, poi il singolo” sembra dominare la sua filosofia di gioco. Il tecnico portoghese si trova dunque nella posizione di dover gestire con equilibrio questa situazione, evitando al contempo decisioni drastiche che potrebbero pesare sull’ambiente e sul rendimento del giocatore.
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