Io mi conosco e so che quando lascerò la Cina dopo un paio di mesi avrò di nuovo voglia di calcio. Ma accetterei soltanto la panchina di un’altra nazionale, meglio se europea. Anche perché ho partecipato a tutte le manifestazioni, ma mai a un Europeo.

A parlare è Marcello Lippi facendo intendere che ad Euro 2020 (per il 2016 non c’è tempo) ci potrebbe essere anche lui, alla guida di una Nazionale. L’ex ct dell’Italia campione del mondo nel 2006 a La Gazzetta dello Sport ha dichiarato che quando tra tre anni concluderà il suo incarico di direttore tecnico dell’Evergrande, club cinese che ha allenato fino a poche settimane fa vincendo tre campionati e una Champions League asiatica, difficilmente resisterà al richiamo della panchina.

Lippi ha spiegato che con l’arrivo di Fabio Cannavaro al suo posto lui potrà tornare più spesso in Italia perché se è vero che “in Cina sto benissimo, mi chiamano tutti Le-pe, con grande rispetto”, al contempo “non è facile rimanere in Cina da solo per cinque mesi consecutivi”.

Il tecnico 66enne ha ammesso di essersi pentito di essere tornato in Nazionale nel 2008 “perché non si
può tornare dopo aver vinto un Mondiale”:

Mi ero reso conto di aver lasciato un lavoro a metà e siccome ero disponibile non ho saputo dire di no.

Poi ha distribuito complimenti ai vari Mancini (“è una garanzia”), Inzaghi (“pieno di entusiasmo, conosce bene le dinamiche della società”), Allegri (“per la Juve è l’ideale con la sua saggezza e la sua serenità. Non ha rinnegato nulla di quello che ha trovato, anzi lo ha esaltato) e Conte (“ha avuto il coraggio di dare spazio a Zaza e di far debuttare Soriano in una partita così importante”), consolando Mazzarri alle prese con il suo primo esonero in carriera (“non si deve preoccupare per questo primo esonero, perché nella carriera di un allenatore l’esonero a volte è quasi necessario, per ragionare, studiare e viaggiare. E lo dice uno che è stato esonerato tre volte, a Siena, a Cesena e all’Inter”). Infine sulla convocazione di Balotelli (che poi ha lasciato il ritiro per problemi fisici):

È stata una decisione intelligente. Non si può lasciar fuori Balotelli, un patrimonio del calcio italiano, soltanto perché non ha fatto un buon Mondiale. Antonio non lo conosceva e aveva il dovere di valutarlo, perché ci sono giocatori che con un allenatore danno il 30 per cento e con altri l’80.

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ultimo aggiornamento: 18-11-2014