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Quando il mercato di gennaio “ripara” poco: i 10 flop della Serie A

[blogo-video provider_video_id=”ERjBdzm0icA” provider=”youtube” title=”AC Milan I Le prime parole in rossonero di Keisuke Honda #WelcomeHonda” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=ERjBdzm0icA”]

Una volta si faceva ad ottobre, poi con l’avvento del nuovo millennio si decise di posticiparlo con l’inizio del nuovo anno solare: è il mercato di gennaio, anche detto di riparazione, un andirivieni di prestiti e operazioni last-minute che in passato ha regalato grandi soddisfazioni ad alcuni direttori sportivi. Se Emeghara, per fare il primo nome che viene in mente, l’anno scorso si rivelò un’intuizione vincente di Antonelli per il “suo” Siena, sempre rimanendo alla stagione passata il prestito di Anelka alla Juve fu un vero e proprio disastro, nonostante i bianconeri non ne avessero propriamente bisogno. Anche nel gennaio 2014 ci sono state decine di transazioni: Nainggolan alla Roma è stato un buon acquisto, così come bene hanno fatto Sansone al Sassuolo e Taarabt al Milan; accanto a una sparuta schiera di buoni innesti, ce ne sono altrettanti che hanno davvero deluso. Su tutti i dieci che riportiamo di seguito. Buona lettura.

Antonio Adàn

Il primo giocatore della nostra lista è differente dagli altri per due motivi: non è arrivato propriamente a gennaio ed è un portiere. Il Cagliari lo ha prelevato da svincolato a novembre, il primo giocatore spagnolo della storia del club sardo ha aspettato fino al nuovo anno per scendere in campo mantenendo la porta inviolata contro il Chievo; fatale però la partita successiva: al Sant’Elia la Juve rifila 4 gol ai rossoblu e l’estremo difensore iberico è a dir poco disastroso. Quindici giorni dopo rescinde il contratto e si accasa in extremis al Betis Siviglia dove giocherà da titolare pur non riuscendo ad evitare agli andalusi una retrocessione annunciata sin da ottobre.

Alessandro Matri

Stesso minutaggio e numero di partite, solo il numero dei gol potrebbe confondere la stagione bipartita del centravanti di Sant’Angelo Lodigiano: col Milan un gol in quindici presenze, con la Fiorentina tre in più (più un centro in Danimarca contro l’Esbjerg), per un totale di cinque realizzazioni in viola. Troppo poche per un attaccante che doveva far rimpiangere il meno possibile gli acciaccati Gomez e Rossi, così il buon Matri se ne tornerà a Milanello con una miriade di punti di domanda in testa: è ufficialmente iniziata la fase calante del 30enne ex Cagliari e Juve?

Pablo Daniel Osvaldo

Voglia, voglia matta di convincere la famiglia Juve e i suoi tifosi che lui, nel gruppo bianconero di oggi e di domani, può starci senza timori reverenziali di sorta: si è impegnato l’italo-argentino, ma a parte il comportamento non preventivabile da professionista e il gol a Roma a scudetto acquisito, le sue prestazioni non sono state sufficienti, o quanto meno non abbastanza per giustificare un investimento importante per un suo riscatto dal Southampton. Tre reti in tutto (due al Trabzonspor), un assist a Catania per Tevez (decisivo) e qualche errore di troppo sotto-porta, senza sconti degli inglesi se ne tornerà dritto da Sua Maestà d’Inghilterra. E poi?

Helder Postiga

Il desaparecido portoghese in maglia biancoceleste ha racimolato 139 minuti sul terreno di gioco da fine marzo fino a Pasqua: cinque presenze a certificare una delle più clamorose meteore del sodalizio capitolino della gestione Lotito (un po’ come Saha un anno fa). Eppure il lusitano, che era arrivato a Formello in prestito dal Valencia dove tornerà, è riuscito a convincere il ct Paulo Bento ed è stato inserito tra i 23 che partiranno con la selezione del Portogallo per i mondiali brasiliani: da quelle parti, oltre Cristiano Ronaldo, evidentemente non c’è grande scelta nel reparto avanzato.

Keisuke Honda

Il primo giapponese della storia del Milan si è rivelato un autentico bidone: chi scrive è sicuro che un periodo di ambientamento, dopo anni passati a giocare con Venlo (Olanda) e il CSKA Mosca (Russia), lo si doveva concedere, tanto più perché si è trovato catapultato in una squadra appannata senza parlare un filo di italiano. Quindi il giudizio è rimandato alle stagioni future – ricordiamo che il nipponico arrivato a costo zero in rossonero ha un contratto fino al 2017 – ma per il momento i dati oggettivi sono disastrosi: giocatore abulico e smarrito, mille minuti per segnare un gol al Genoa (più uno in Coppa Italia allo Spezia), non esattamente un numero 10 di quelli tutta classe e fantasia. Vedremo.

Sergio Floccari

La sorprendente salvezza del Sassuolo non è certo passata dai piedi e dai gol del centravanti calabrese: arrivato in Emilia forte di anni tutto sommato positivi alla Lazio e sul biglietto da visita 4 gol nell’Europa League 2013/2014, al Mapei Stadium non si ricordano azioni degne di nota. Il suo score nei cinque mesi in neroverde racconta di un gol, inutile nella sconfitta proprio contro la sua ex squadra, e un rigore sbagliato, decisivo nel ko per 1-0 a Udine: alla soglia dei 33 anni Sergio da Vibo Valentia deve capire cosa vuole fare da grande. Il prossimo anno il Sassuolo punterà ancora su di lui.

Ishak Belfodil

Da chi l’ha visto all’Inter, ancor peggio a Livorno, a coronamento di una stagione da dimenticare anche l’esclusione dalla lista mondiale dell’Algeria: per l’ex Parma qualcosa si è inceppato, a farne le spese sia i nerazzurri per l’investimento fatto l’estate scorsa, sia soprattutto i labronici che si aspettavano i suoi gol per agguantare la salvezza. Zero realizzazioni in venticinque partite (17 con i toscani), una forma fisica discutibile e un carattere molto fragile: grande flop ma potenzialmente recuperabile. Lavorando sulla sua testa.

Jorginho

Il nome più controverso del lotto perché non è stato propriamente una delusione, eppure ci si aspettava molto di più da lui: arrivato dal Verona a gennaio in compartecipazione, il Napoli decide subito di non inserirlo nella lista Uefa e già questo fa storcere il naso ai tifosi. Ma anche in Italia non incanta come nei mesi precedenti all’Hellas: alla fine giocherà 15 partite, di cui 12 da titolare, senza mai segnare (unica rete nel ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro la Roma), ma soprattutto non mostrando giocate eccelse come ci si aspettava. Rivedibile.

Nicola Pozzi

Un altro numero 10 dell’ultima ora ha lasciato impronte pari a zero in quel di Parma: se Schelotto e Molinaro si sono rivelati innesti preziosi per il raggiungimento del sesto posto finale, l’acquisto a titolo definitivo dell’ex Sampdoria è stato un vero e proprio fiasco. Problemi fisici e una condotta – pare – non proprio da calciatore professionista, non hanno permesso ai ducali di godere delle sue prestazioni: tre volte in panchina senza entrare per zero minuti in campo complessivi, forse non è il nome più altisonante tra i dieci ma di sicuro è stato la più grande delusione dello scorso mercato di riparazione.

Maxi Lopez

Un gol, decisivo, nel derby val bene l’etichetta di eroe per il popolo della Gradinata Sud del Marassi, in realtà l’argentino nella sua esperienza bis alla Sampdoria si è contraddistinto più per le vicende extracalcistiche, suo malgrado, inerenti l’ex moglie Wanda Nara che per grandi cose fatte vedere sul rettangolo verde: fotografia di un semestre con molte più ombre che luci il rigore sbagliato contro l’Inter tra le mura amiche. Nel giorno della doppietta di Icardi di fronte ai suoi ex inviperiti tifosi.



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