Il capitano dell’Inter, Javier Zanetti, 39 anni, è stato il protagonista dell’ultima puntata di Undici, il programma condotto dal giornalista Pierluigi Pardo e in onda su Italia 2. Zanetti, reduce dalla pesante sconfitta subita a Firenze contro la Fiorentina per 4-1, a pochi giorni dal derby contro il Milan, è stato interpellato riguardo diversi argomenti.

La panchina di Andrea Stramaccioni non sembra essere troppo in bilico ma la discontinuità di risultati da parte della squadra nerazzurra non può non essere considerata da parte del presidente Massimo Moratti. Quest’ultimo, secondo varie indiscrezioni, avrebbe già stilato una lista di possibili alternative a Stramaccioni, quasi sicuramente per la prossima stagione: tra questi nomi, figura quello di Diego Simeone, attuale allenatore dell’Atletico Madrid.

Zanetti, che conosce bene il suo connazionale, ha aperto a questa ipotesi, non dimenticandosi, però, di Stramaccioni:

Simeone è un amico e conoscendolo so che potrebbe avere voglia di tornare in Italia e allenare una squadra come l’Inter. Ma ora non è giusto parlarne perché c’è Stramaccioni, che è giovane e bravo.

Da un punto di vista personale, invece, Zanetti, ormai prossimo a 40 anni, ha parlato inevitabilmente anche del suo ritiro dall’attività agonistica:

L’Inter è la mia famiglia e ho sempre detto che mi piacerebbe continuare a lavorare qui, ma voglio fare l’allenatore, preferisco fare il dirigente. Quando smetto? Manca poco. Due o tre anni? Non lo so, magari.

Parlando di derby, anche la domanda riguardante Mario Balotelli, ora in forza al Milan, è stata obbligatoria. Zanetti è apparso molto diplomatico:

Balotelli lo saluterò sicuramente prima del derby, poi in campo è un avversario e ognuno difenderà la propria maglia.

Riguardo l’ultima partita di campionato contro la Fiorentina, una sconfitta secca e bruciante, Zanetti ha predicato ottimismo e pazienza e ha invitato i suoi compagni a reagire:

Per prima cosa bisogna fare i complimenti agli avversari, che hanno fatto una grande partita, mentre noi non siamo riusciti a fare nulla di ciò che è nelle nostre possibilità. C’è grande tristezza per il risultato e soprattutto per la prestazione. E’ inutile cercare alibi sulla cattiveria o sulla forza fisica: bisogna solo ammettere che abbiamo trovato una Fiorentina più forte di noi in tutto. Ma ora non c’è tempo per piangerci addosso: abbiamo l’Europa League e il derby, magari saranno la svolta della nostra stagione. Dobbiamo ritrovare continuità e cercare di andare fino in fondo in tutte le competizioni: ma ricordatevi che siamo una squadra giovane, ci vuole tempo per costruire qualcosa di importante.

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