Tanta, tantissima sofferenza. Il Sassuolo ha vinto il campionato di Serie B 2012/13 rimanendo prima in classifica per tutte le 42 giornate del torneo, ma a mezz’ora dal termine dell’ultimo match con il Livorno si è ritrovata in inferiorità numerica (ed infine in 9 contro 10) e con il rischio concreto di essere scalzato della vetta dovendo affrontare ancora una volta i play off, gli stessi che gli furono letali nella scorsa stagione dopo gli 80 punti conquistati dalla squadra allenata all’epoca da Pea.

Il suo successore, Eusebio Di Francesco, con 85 punti si è tolto la soddisfazione di centrare una promozione fortemente voluta dalla proprietà. Lui ha ricevuto il premio (e l’avrebbe ricevuto comunque, questa la beffa possibile) di miglior allenatore, i suoi giocatori Berardi e Missiroli gli altri riconoscimenti individuali. Proprio l’ex Reggina ha segnato il gol della liberazione al 95′ minuto, la rete della sicurezza, la zampata che è mancata al Sassuolo nelle ultime giornate quando “bastava una vittoria” e continuavano ad arrivare pareggi che allungavano l’agonia di un campionato che sembrava vinto ma rischiava di diventare una beffa del tutto inedita visto il vantaggio accumulato (fino a +11) dai neroverdi emiliani.

Da quando nel 2004 il patron Giorgio Squinzi ha acquistato la società ha collezionato un successo dietro l’altro, portandola dalla Serie C2 alla Serie B in quattro anni senza grossissimi investimenti, preferendo una gestione oculata ed intelligente puntando moltissimo sulla ‘linea verde’. Di ottimo valore anche i tecnici emergenti che si cono alternati in queste stagioni sulla panchina degli emiliani come Massimiliano Allegri (protagonista della promozione dalla C1 alla B nel 2008) ma anche come Andrea Mandorlini, Stefano Pioli, Angelo Gregucci, Fulvio Pea fino ad arrivare alla scelta coraggiosa di Di Francesco, reduce da una un esonero a Lecce.

Una serie di scelte coraggiose che hanno permesso al club di disputare due volte i play-off nei 4 anni di permanenza in Serie B prima di questa stagione. Adesso però il compito si farà più difficile perché la Serie A almeno sulla carta richiede giocatori di maggiore esperienza, senza considerare il fatto che ci sarà molto lavoro da fare per convincere i gioiellini di questa squadra a restare un altro anno in Emilia. L’unica certezza è che Squinzi, Presidente di Confindustria e proprietario della Mapei, se avesse l’intenzione di farlo avrebbe la disponibilità economica necessaria per allestire una squadra anche in grado di lottare per qualificarsi in Champions League.

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ultimo aggiornamento: 18-05-2013


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