Martedì scorso, giorno di vigilia in casa Atalanta che 24 ore dopo avrebbe affrontato la Juventus all’Azzurri d’Italia, i giocatori orobici si erano trovati come di consueto a Zingonia per la rifinitura in vista del match: agli ordini di mister Colantuono c’erano pure Ivan Radovanovic, serbo di Belgrado (25 anni, professione centrocampista), e Marko Livaja, croato di Spalato (20enne attaccante in comproprietà con l’Inter). Di più, i due erano arrivati al campo d’allenamento insieme, col primo che aveva scarrozzato il secondo (sprovvisto di patente) fino a Zingonia. Prima delle partite Colantuono fa svolgere la partitella all’inizio della seduta (e non alla fine come negli altri giorni della settimana) e così i giocatori, divisi in due squadre, hanno cominciato la sgambata: a un certo punto Radovanovic ha toccato duro Livaja che si è subito lamentato, il serbo ha intimato il compagno di lasciar perdere e quest’ultimo di tutta risposta gli ha rifilato un gancio in pieno volto.

Subito sono intervenuti i giocatori e lo staff tecnico (a un certo punto è arrivato pure il dg Pierpaolo Marino), anche perché nel frattempo Radovanovic aveva cominciato a sanguinare. Livaja è stato subito allontanato ed escluso dai convocati per la partita con la Juve, netta la presa di posizione dell’Atalanta che ha diramato immediatamente un comunicato:

“L’Atalanta comunica che il calciatore Marko Livaja non è stato convocato per motivi disciplinari adottati dalla società nei suoi confronti. Livaja, durante l’allenamento di rifinitura, dopo uno scontro di gioco con un compagno, aveva una reazione giudicata eccessiva e sanzionabile con il provvedimento di sospensione”.

Non è la prima volta che il giovane attaccante si rende protagonista di uscite fuori luogo e già il 29 marzo prima della partita contro la Sampdoria era stato escluso per un battibecco con mister Colantuono, sfociato con le scuse pubbliche del ragazzo. Ora nuove intemperanze e uno spogliatoio che non ne può più di lui. Oggi arrivano le testimonianze del diretto interessato Ivan Radovanovic che accusa Livaja senza mezzi termini sulle pagine del quotidiano croato Sportske Novosti:

“Non so cosa gli sia successo. Davvero non importa se si tratta di un serbo, un croato o una terza nazionalità. L’ho accettato come un parente stretto, siamo venuti insieme all’allenamento in auto, anche se io vivo in una zona completamente diversa. Ho parlato con lui consigliandolo di calmare il suo temperamento e dicendogli di tradurre tutto questo in energia positiva e concentrarsi sul campo. Dopo un contrasto, lui mi ha colpito in faccia. Quando ho cercato di fare un passo indietro e allontanarmi, il suo pugno mi ha colpito alla mascella. Non riuscivo a crederci quando l’ho visto ridere di me, che col volto insanguinato andavo in infermeria. Davvero sono rimasto deluso. Per persone così non c’è posto nel calcio”.

L’Atalanta avrebbe dovuto rinnovare la comproprietà di Livaja con l’Inter assicurandosi le sue prestazioni anche per la prossima stagione: a questo punto il condizionale è d’obbligo, nello spogliatoio bergamasco ha ormai fatto il suo tempo.

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ultimo aggiornamento: 10-05-2013


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