Morgan De Sanctis ha raccolto tre palloni nel sacco per la prima volta in questo campionato. La Roma è stata infilata da Vidal, Bonucci e Vucinic ed è il primo ko stagionale per la formazione di Rudi Garcia che non perdeva una gara ufficiale dalla finale di Coppa Italia contro la Lazio, il 26 maggio 2013. Una sconfitta che ha lasciato l’amaro in bocca all’ex portiere del Napoli che, come tutti i suoi compagni, forse si aspettava un esito meno traumatico dal match clou della prima giornata del 2014. In settimana Francesco Totti aveva punzecchiato gli avversari con la storia degli “aiutini”: “La Juve? Qualche aiutino ce l’hanno sempre: l’evidenza è quella c’è poco da fare. Spero involontari. Ma dopo una, due, dieci volte devi stare sempre attento“.

Al termine di una partita che non ha offerto nessun spunto polemico alla moviola tocca a De Sanctis tornare sui presunti favori di cui beneficerebbe la Juventus. Ai microfoni di Sky il portiere abruzzese ha prima analizzato la sconfitta:

“Nel primo tempo la Roma ha disputato una ottima partita, peccato che nell’unica vera situazione di pericolo abbiamo subito gol. Nel secondo tempo abbiamo fatto più confusione e non siamo stati lucidi nelle situazioni di palla inattiva. Questo ha determinato, insieme alle espulsioni, un passivo esagerato. Purtroppo c’è stata una disattenzione sul secondo gol, abbiamo perso la marcatura e non c’è stato più nulla da fare. E’ un grosso rammarico, perchè subire gol in quel momento ha determinato una partita in grande salita per noi”.

Poi è partito l’affondo. De Sanctis tira in ballo il sistema italiano e lo stadio nuovo che favorirebbe la Juventus. Frase piuttosto ambigua. Da interpretare…

“Vista la partita, direi solo gli otto punti, che solo la cosa più importante. Per quello che ha determinato questo punteggio, il sistema italiano la rende più forte, senza nulla togliere a quanto sia forte. La Juve sono tre anni che gioca uno stadio tutto nuovo, è un grandissimo vantaggio, che conserverà per altri sei o sette anni. Questo è il sistema, in cui lavoriamo e in cui ci troviamo. Non farei un certo tipo di discorsi, secondo cui quando qualcuno va a contestare il pensiero Juve, allora fa un discorso di bar, esiste comunque una sudditanza. Se potesse parlare solo chi vince, non parlerebbe nessuno in questo sport. Su una cosa però hanno ragione, conta il campo e stasera sul campo non abbiamo fatto bene”.

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ultimo aggiornamento: 06-01-2014


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