Esordio esplosivo per la Roma in Champions League. Che l’avversario, il CSKA di Mosca, non fosse di primissimo piano era chiaro già alla vigilia. Così come era chiaro, dalle scelte di formazione viste contro l’Empoli sabato scorso, che Rudi Garcia voglia fortemente passare il girone, nonostante la concorrenza di due “big” come Bayern Monaco e Manchester City. Certo è che in pochi avrebbero pronosticato un 5 a 1 interno, con 4 gol arrivati nei primi 30 minuti del match che mettono in evidenza tutte le qualità dei giallorossi e tutti i difetti dei russi, apparsi fragilissimi. Il campo però non mente mai, la Roma è devastante e se non si prendono le contromisure adatte ha la capacità di affondare il colpo con una facilità disarmante.

Il protagonista della partita, nonostante un’ottima prova collettiva, è lui: Gervinho. L’esterno d’attacco ivoriano fa tutto quello che vuole e lo fa bene, benissimo. Le sue accelerazioni sono semplicemente devastanti e non difetta di altruismo. Proprio un suo scatto con conseguente assist per Iturbe permette di sbloccare il risultato. Imbarazzante la difesa russa che si lascia bucare e nell’uno contro uno Akinfeev non può nulla. L’Olimpico esplode, non avrà quasi terminato di esultare per il primo gol quando Gervinho decide di vestire i panni del finalizzatore. In posizione da “prima punta” riceve in area uno dei tanti palloni messi al centro rasoterra (secondo i dettami del gioco di Garcia) dalla fascia e batte nuovamente il portiere russo.

Il CSKA prova timidamente a reagire, ma la migliore occasione arriva soltanto per via di un contrasto troppo morbido (e un po’ sfortunato) di Maicon rimasto ultimo uomo sugli sviluppi di un corner. Doumbia è caparbio, si invola tutto solo verso la porta di De Sanctis che lo aspetta e deve soltanto raccogliere il tiro, mal calibrato, dall’attaccante che rimarrà, nonostante questo episodio, il migliore dei suoi nell’arco dei 90 minuti almeno sul piano della volontà.

Si passa rapidamente dal possibile gol che poteva riaprire il risultato alla papera di Akinfeev che non riesce a bloccare un tiro potente, ma non imprendibile, calciato proprio da Maicon all’interno dell’area di rigore da posizione defilata. 3 a 0. La Roma rallenta leggermente il ritmo, ma il possesso palla degli ospiti è sterile e il tentativo di affacciarsi in avanti diventa una condanna.

Totti, che rimane a secco di gol, dispensa lanci lunghi di prima intenzione che favoriscono gli scatti di Florenzi (entrato per l’infortunato Iturbe, da valutare le sue condizioni, ma non sembra nulla di grave) e del solito Gervinho. Al terzo tentativo l’ivoriano non si fa pregare, scappa via, entra in area, sterzata che manda a vuoto il diretto avversario e palla depositata nell’angolo sulla quale Akinfeev, stavolta, non può nulla.

Si va al riposo sul 4 a 0, la ripresa perde di senso, anche se bastano poche iniziative ai giallorossi per arrivare al quinto gol (un autorete di Ignashevich che anticipa Florenzi di testa ed insacca nella sua porta) e per sfiorare in almeno altre tre occasioni la sesta segnatura. Dalla parte opposta i russi provano a tirare fuori un po’ di orgoglio, ma al di là del gol della bandiera di Musa sono anche maledetti dalla sorte trovando due volte la traversa sulla loro strada, prima con Doumbia poi con Milanov. In questo caso siamo di fronte al tipico “gol fantasma” che la tecnologia vista al Mondiale in Brasile avrebbe consentito di convalidare, ma in questo caso gli assistenti non hanno supporti esterni e si “perdono” il rimbalzo oltre la linea del pallone calciato con grande violenza dal limite dell’area.

A ravvivare il finale ci pensano i tifosi russi, aggrediti nel prepartita (2 accoltellati dai soliti ultras giallorossi). Proprio loro si rendono protagonisti di un tentativo di sfondamento della linea predisposta dagli steward mentre parte un fitto lancio di fumogeni verso i settori occupati da sostenitori giallorossi. Il match viene interrotto per un paio di minuti ed è necessario l’intervento della polizia all’interno dello stadio, ma tutto sembra risolversi senza gravi conseguenze. La Roma può gioire, anche se è costretta a chiudere la partita in 10 a causa dell’infortunio al ginocchio di Astori (anche qui, da valutare nei prossimi giorni) arrivato quando Garcia aveva esaurito tutte le sostituzioni. Intanto a Monaco di Baviera il Bayern vince di misura sul Manchester City, i verdetti di questo girone sono tutt’altro che scontati.

Le foto di Roma – CSKA Mosca 5-1

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