Madridista e fan di Del Piero, Iago Falque da Vigo ci ha messo un po’ ad ingranare, soprattutto perché qualche anno fa si portavo addosso l’etichetta di predestinato: cresciuto nella cantera del Barcellona, finì nella Primavera della Juve senza mai esordire in prima squadra; prestito al Bari quindi al Villarreal B, il galiziano siglò undici gol e si guadagno il Tottenham che sborsò un milione per strapparlo alla Vecchia Signora. A Londra un anno e mezzo deludente (con una parentesi al Southampton in Championship), il ritorno in Spagna tra Almeria e Rayo Vallecano, il rilancio, quindi il Genoa che l’estate scorsa ha pagato agli Spurs due milioni per il suo cartellino.

Questa in breve è la biografia di Iago Falque che a Marassi è finalmente maturato sotto tutti i punti di vista:

“Al Genoa, quando mi ha cercato, ho avvertito fiducia. Hanno parlato con Oscar, il mio agente, mi hanno chiesto se mi interessava. L’ho considerata una bella opportunità. Tornare non era un problema, conosco l’italiano, sapevo che mi sarei integrato in fretta. Ho dovuto affrontare un nuovo inizio ma Gasperini mi ripeteva che il mio momento sarebbe arrivato. Ed è stato così. Lui è il simbolo del Genoa, senza di lui certe cose non si potrebbero fare. Trova il meglio in ognuno. La svolta? A Udine, la botta di fiducia di cui avevo bisogno. Ero contento per il primo gol italiano e per il primo assist, ma so che il calcio è una questione di una settimana: una volta può andarti tutto bene, quella dopo magari no. La strada è lunga”.

Intervistato da Tuttosport, il 25enne attaccante ripercorre la sua carriera, fatta di sacrifici e scelte a volte dolorose pur di inseguire il suo sogno, quello di diventare un calciatore professionista:

“A 10 anni avevo giocato due tornei con il Real. Era un provino. Il Barcellona l’aveva saputo e mi ha cercato. L’ho scelto per la cantera, la migliore del mondo. Sanno come crescere i giovani, ho passato otto anni fondamentali. Il Barcellona è un sogno per un ragazzo. Per fortuna oggi me lo posso godere, dopo aver fatto sacrifici: aver lasciato la famiglia, gli amici. In ogni modo, nella squadra B del Barça a un certo punto è arrivato Luis Enrique, nel 2008. Ero troppo giovane per lui. La Juve è venuta a vedermi a un torneo con l’Under 19 spagnola, mi avevano votato miglior giocatore. Mi hanno preso a costo zero. Bellissima esperienza, sono cresciuto con dei campioni come Del Piero. Poi mi è piaciuto sempre Giovinco, nella Primavera abbiamo vinto due Viareggio. Non mi hanno mai detto di avermi preso per la prima squadra. Non è arrivata, ma è stato comunque importante per me”.

Quindi il Tottenham:

“Ci sono andato dopo una bella stagione al Villarreal B: un campionato intero, 11 gol. Avevano speso dei soldi, onestamente pensavo di avere più possibilità, ma è dura trovare spazio quando hai davanti Bale e Van der Vaart. Un anno e mezzo giocando pochissimo, avevo anche difficoltà con l’inglese”.

Come detto il ritorno in Spagna e l’inaspettata chiamata dal Genoa dopo due stagioni tutto sommato positive; Falque ha già segnato sei gol, l’ultimo nel derby contro la Sampdoria, e per questo radiomercato ha sintonizzato le sue frequenze anche su di lui (oltre agli altri nomi forti del Grifone come Perin, Bertolacci e Perotti): “E’ positivo che parlino di te, ma io non ci penso. Ho un contratto fino al 2018“. E in fondo anche il Genoa ne è consapevole: questo Iago Falque potrà tornare utile anche nelle prossime stagioni. A patto che non arrivi un’offerta irrinunciabile.

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ultimo aggiornamento: 06-03-2015


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