18 presenze e nessun gol fin qui con la maglia viola, ma Milan Badelj studia da possibile titolarissimo per il dopo Pizarro. Il croato, ormai 26enne ed ex grande promessa della Dinamo Zagabria, ha giocato da metodista allo Juventus Stadium nella gara d’andata della semifinale di Coppa Italia e ne è uscito alla grande, aiutato anche da Allegri che sceglie in sostanza di non opporgli un trequartista: Milan “il lento”, così soprannominato in patria dove ha scalato tutte le selezioni giovanili nazionali con oltre 50 presenze accumulate prima di esordire con la nazionale maggiore diretta da Bilic nel 2010, soffre storicamente quando viene attaccato. Se ha tempo, ci sa fare.

E a Torino è rimasto a dover gestire unicamente Marchisio in posizione frontale: il duello l’ha vinto lui, giocatore su cui Montella ha quasi sempre puntato in Europa League anche per la discreta esperienza internazionale e per il suo passato in Bundesliga con la maglia dell’Amburgo. Saliva a pressare, scendeva a coprire, così Badelj ha fatto da punto di equilibrio nella vittoria viola in casa dei rivali storici bianconeri. Insomma, ha potuto fare le cose che fa meglio in maniera semplice e soprattutto non è stato portato in territori non suoi.

Montella, che è un tecnico intelligente, sa che Badelj non può portare palla, non può inventare, che fa fatica a giocare nello stretto. Così il compito di portare palla e dettare le trame di palleggio con uomini sempre molto vicini tra loro è stata delegato a Mati Fernandez e al girovagare di Salah (super-protagonista della serata). Kurtic ha fatto da incursore e faticatore. E di Badelj al solito ci si ricorderà poco, pagato comunque 5 milioni di euro dalla Fiorentina proprio per arrivare a valere un posto in squadra anche oltre le assenze dei possibili titolari tra cui anche Aquilani, del quale però ha maggiore senso tattico e senso dell’ordine. Roba che in Italia vale doppio.

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ultimo aggiornamento: 06-03-2015


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