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Fiorentina, che ti succede? I cinque motivi della crisi viola

Aveva chiuso l’anno solare 2012 con 35 punti in graduatoria in 18 partite, la media invidiabile di quasi 2 punti a partita con la prospettiva di finire la stagione sforando quota 70; il 2013 ha portato alla Fiorentina di Vincenzo Montella solo amarezza riassumibile con numeri impietosi: 4 partite di campionato con ben 3 sconfitte e la miseria di un pareggio, seppur prestigioso contro il Napoli, a cui va aggiunta l’eliminazione dalla Coppa Italia con il ko a domicilio impartito dalla Roma. E’ evidente che una partita storta, come quella casalinga contro il Pescara in cui Perin salvò l’impossibile, può capitare, così come non è il caso di fare drammi se è vero che i 36 punti dopo 22 giornate sono un bottino che dalle parti del Franchi di sicuro auspicavano ad agosto.

Però un’inversione di tendenza così netta pone domande in seno alla società gigliata, e non solo; anche i tifosi hanno cominciato a preoccuparsi dopo l’euforia autunnale quando Jovetic e compagni erano riusciti a infilare un filotto di 10 risultati utili consecutivi e in definitiva una sola sconfitta in 13 partite, quella contro la bestia nera Roma all’Olimpico. Insomma, tutto girava meravigliosamente per il verso giusto fino al panettone di Natale: ritorno in campo e, nonostante l’ottimismo di Montella che aveva asserito di aver trovato giocatori in ottima forma dopo le vacanze, crollo verticale. Ripetiamolo, nessun allarme rosso, per carità, ma il calendario non lascia dormire sonni tranquilli se nelle prossime tre partite si giocherà contro Parma, Juve e Inter.

E allora analizziamolo questo momento decisamente storto per la Fiorentina, individuando i cinque punti chiave che hanno determinato tale situazione.

Portieri

Accantonato un po’ troppo sbrigativamente Viviano, uno da curva Fiesole e che a parte gli scivoloni contro la Roma non aveva poi chissà quanto sfigurato, è stata data fiducia a Neto: giovane, di prospettiva, apparentemente affidabile. Apparentemente, appunto. Non è tempo di giudizi definitivi, ma le ultime prestazioni non sono state all’altezza. La Gazzetta gli ha riservato un misero 4 dopo la partita di Catania, il gol di Legrottaglie è quasi completamente colpa sua.

Pizarro

Dalla sua uscita dal campo contro il Pescara si è spenta la luce del centrocampo viola. Il cileno, che pure aveva perso prematuramente la sorella non intaccando la qualità delle sue giocate, oltre a garantire il consueto cartellino giallo della domenica (e non è di certo una dote essere il più ammonito della Serie A) riusciva a dare geometrie e fosforo a tutta la squadra, senza lesinare quantità in fase di contenimento. Doveva stare fuori un paio di settimane, siamo quasi arrivati al mese; con Borja Valero dedito a rifiatare il suo apporto appare preziosissimo.

Sfortuna

Non concretizziamo le occasioni create, un gol ogni 10 occasioni, e quel poco che concediamo lo paghiamo” la fotografia, amara, di Montella nella pancia del Massimino, a commentare un altro ko non proprio meritato. Se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, è pure innegabile che i viola di sfortuna ne stanno avendo, a prescindere, un bel po’; a Catania due traverse e occasioni nitide, per non parlare dei ko interni contro Pescara e Roma. Anche contro l’Udinese la Fiorentina avrebbe meritato almeno un punticino, ma tant’è, una grande squadra va oltre i legni della porta e la giornata di grazia di un portiere.

Attaccanti

Quando non hai Messi, Cavani o Falcao in squadra e giochi comunque un ottimo calcio, allora è molto presumibile che riesci andare in gol con più giocatori. E’ quanto accade in casa Juve, lo stesso che sta succedendo a Firenze: Jovetic 8 gol e Toni 6 per il quarto “attacco” del campionato dietro bianconeri, Napoli e Roma con 39 gol. Eppure il tanto richiesto (da Montella e dai tifosi) centravanti farebbe comodo: Jovetic ha perso un bel po’ di smalto negli ultimi tempi, Ljajic non ha mai convinto, Toni va centellinato e Larrondo è un discreto panchinaro. El Hamdaoui, impegnato in Coppa d’Africa, torna già a casa (eliminato il Marocco), ma forse occorre altro: Pepito Rossi torna solo ad aprile, ma sarà in perfetta forma solo la prossima stagione.

Ricambi

Quando Montella si volta per pescare un giocatore dalla panchina non vede materiale umano di primissima qualità; per carità, la panchina della Fiorentina è comunque di ottima fattura, ma pare ci sia troppa distanza tra i titolare e le riserve. Ieri a Catania oltre all’undici consueto in campo (con Migliaccio al posto di Pizarro e, se vogliamo, Ljajic al posto di Toni), in panca sedevano Viviano, Lupatelli, Tomovic (poi entrato), Cassani, Camporese, Capezzi, Romulo, Llama, Seferovic, Larrondo e Toni (poi entrato). A parte Romulo, che ha giocato seppur a corrente alterna nel recente passato, tutti giocatori che si sono visti poco e che non possono, per forza di cose, garantire la giusta qualità di ricambio. E gli acquisti di Vecino, Commper e Wolski paiono ottimi in prospettiva, non per il prosieguo dell’anno.



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