
RUST, GERMANY - JULY 16: Rudi Voeller and Andreas Brehme attend the German World Cup Team of 1990 Meeting to celebrate their 20th anniversary at Europapark on July 16, 2010 in Rust, Germany. The tournament was won by West Germany, who claimed their third World Cup title by defeating reigning champions Argentina 1-0 in the final. (Photo by Oliver Hurst-Pool/Getty Images)
L’ex terzino dell’Inter, Andreas Brehme, si trova in difficoltà economiche: lo scrive l’edizione odierna del ‘Corriere dello Sport’, secondo cui l’ex nazionale tedesco sarebbe sommerso dai debiti per una serie di operazioni non andate a buon fine. Il 53enne campione del Mondo ad Italia 90’, pare debba qualcosa come 440 mila euro al titolare di una società finanziaria della quale Brehme detiene ancora il 10%. Una cifra importante che continua a lievitare: dallo scorso 17 luglio, infatti, al debito contratto dall’ex calciatore nerazzurro, vanno ad aggiungersi circa 200 euro al giorno di interessi.
Brehme, ovviamente, si difende con i denti e ha già respinto un’ingiunzione di pagamento ritenendola del tutto immotivata. Questo non basta a tenere il tedesco lontano dai guari, anzi tra qualche giorno lui e l’ex moglie dovranno presentarsi in tribunale per rispondere difendersi dalle accuse che vengono loro mosse. Nei giorni scorsi, a tal proposito, si è mosso Franz Beckenbauer, presidente onorario del Bayern Monaco che ha promosso un fondo di solidarietà con il patrocinio della federcalcio tedesca. L’obiettivo è quello di sostenere gli ex nazionali che versano in difficoltà economiche. Quel che è certo è che Brehme non sarà lasciato solo, poiché il presidente federale Wolfgang Niersbach, avrebbe già previsto un potenziamento della Fondazione Herberger.
Andy Brehme si è ritirato dal calcio nel 1998 dopo aver giocato le ultime stagioni con la maglia del Kaiserslautern. Nel 200° ha intrapreso la carriera da allenatore proprio sulla panchina dello stesso club, ma non ha mai spiccato il volo, chiudendo nel 2005-2006 come collaboratore di Giovanni Trapattoni allo Stoccarda. Da allora ha collaborato a diverso titolo con il governo del calcio tedesco, senza mai assumere comunque un ruolo di spicco.