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Juventus, CR7: c’eravamo (davvero) tanto amati!??

Juventus, Cr7: c'eravamo (davvero) tanto amati?!

Cristiano Ronaldo, dopo tre anni, come annunciato anche da Allegri in conferenza stampa, non sarà più un calciatore della Juventus. Il portoghese, che ha già lasciato Torino con un jet privato, da pochi minuti, è stato annunciato come un nuovo giocatore del Manchester United, per un romanticissimo ritorno che potrebbe chiudere il cerchio di una carriera eccezionale.
Eccezionali così come i numeri di Ronaldo alla Juventus che, seppur conquistando solo titoli nazionali (che vanno pur vinti), ha collezionato ben 101 gol in 134 presenze, frantumando record su record. Nella Juventus CR7 ha eguagliato il maggior numero di partite consecutive a segno in Serie A (11) e, nel 2019-2020, con 37 marcature ha anche stabilito quello del maggior numero di reti segnate in una singola stagione per il club. È diventato il primo calciatore a riuscire a realizzare 100 gol con tre club diversi (Manchester Utd, Real Madrid e Juventus) e, sempre il primo, a vincere il titolo di capocannoniere nei tre dei cinque maggiori campionati europei (Serie A, Premier League e Liga). Cifre e numeri da capogiro, che però non sono bastate ai torinesi per portare a casa il trofeo più ambito di tutti.
La storia di CR7 in bianconero è senz’altro fatta di alti e bassi nonostante i cinque trofei conquistati dal club di Agnelli, che ha sempre dato l’impressione di non aver mai sfruttato, nel pieno delle proprie potenzialità, il fuoriclasse portoghese. Un affare più volte messo in discussione soprattutto dal punto di vista economico. La Juve sì è spesso ritrovata a ripiegare su alternative o a rinunciare a occasioni di mercato per rispettare i parametri economici dettati dall’alto ingaggio di Ronaldo (vedi Haaland su tutti).  Scelta condivisibile e, allo stesso tempo, discutibile, anche se, nei tre anni, la Juventus ha mostrato diverse lacune in ambito dirigenziale cambiando diversi interpreti e concedendo, fin troppo spesso, poco tempo a progetti di lungo termine che sembravano essere, come di fatto lo sono stati, rincalzi di un’idea di partenza saltata.

L’affare Ronaldo può certamente discutersi sul campo più che sui numeri a bilancio. Con la premessa che le cifre sono del tutto irragionevoli, in un calcio in cui la riserva del portiere titolare di una squadra di metà classifica guadagna 2 Mln, è “giusto” che Ronaldo ne prenda 31 l’anno. Perché come cita anche Massimiliano Allegri, “ci sono giocatori di Serie A e giocatori di Serie B, e che vincere non è per tutti“. E nessuno discuterà mai sul fatto che avere Cristiano in squadra sia un valore aggiunto. Cr7 ha dimostrato più volte di saper vincere e di essere un fuoriclasse, pur venendo meno alla figura di uomo squadra, restando comunque un leader tecnico. Meno la Juve, che non è stata in grado di costruire una squadra intorno al portoghese. Non si parla di qualità dei singoli, in quanto, nei tre anni, le sessioni di mercato bianconere hanno portato a Torino giocatori di livello assoluto come De Ligt, Chiesa, Rabiot e Kulusevski, senza però avere una logica tattica rispetto al progetto di partenza. Nel triennio bianconero, la Juventus ha spesso accantonato il concetto di squadra esaltando il singolo e affidandosi esclusivamente alle giocate del fuoriclasse. Un giocatore, che per gli addetti ai lavori, risultava essere ingestibile, quasi impossibile da allenare.

La storia di Ronaldo alla Juve è fatta dunque di successi ma anche di troppe ed eccessive agonie: dalle maledette punizioni tirate addosso alla barriera, fino alle aspettative, miseramente fallite, del successo in Champions League. Una “storia di un grande amore” che ha spesso alternato fasi di esaltazione a brusche cadute di stile in seguito a rovinose e inaspettate sconfitte sportive: dal gesto del “se la fanno sotto” dopo l’eliminazione ai danni dell’Ajax fino alle reazioni stizzite dovute alle rarissime panchine riservate alla stella portoghese. Un feeling iniziale coi tifosi nato da quella standing ovation da avversario a Torino con la maglia del Real Madrid e diventato amore puro nel ritorno degli ottavi con l’Atletico grazie all’indimenticabile tripletta del “RE“.  Un sentimento che però, dopo il primo anno, al mancato raggiungimento di quella tanto agognata e sperata finale di Champions, è andato sempre più a sminuirsi quasi come se Cristiano fosse solo un ottimo giocatore e niente di più. Sarà stata la carta d’identità, il poco feeling (tecnico) in campo con i compagni, la pandemia….Ronaldo si è sentito pian piano allontanato e non più indispensabile, e l’addio, seppur sorprendente nelle tempistiche e nelle dinamiche, è sembrato inevitabile.

Un addio non in grande stile che, di certo, non ha fatto piacere alla dirigenza juventina che, perlomeno, ha ceduto il giocatore alle proprie condizioni pur ritrovandosi a tre giorni dalla fine del calcio mercato senza il suo fuoriclasse e con meno di 100 ore per cercare un degno sostituto, qualora ce ne possa essere uno. La partenza, per quanto possa allietare le casse bianconere, desta qualche perplessità sotto l’aspetto tecnico in quanto la dirigenza juventina  è chiamata a sostituire un giocatore da 30 gol l’anno. Che arrivi o meno il sostituto, ad Allegri il compito di plasmare un gruppo in una squadra e garantire una Juventus vincente ed equilibrata, caratteristica che è spesso mancata ai bianconeri durante il biennio di assenza del tecnico livornese. Max ha più volte ribadito la piena fiducia nelle capacità realizzative dei diversi singoli, a partire anche dai difensori. Il tempo e il  campo ci diranno se la fine di questa storia di un “grande amore” tra Ronaldo e la Juventus possa addirittura rivelarsi un vantaggio e una giusta soluzione per entrambi.

D’altro canto, il più ottimista dei tifosi potrebbe essere felice della partenza di Ronaldo in quanto questa regalerebbe una “Joya” in più alla Juventus. Per il momento la certezza, come ha detto Allegri in conferenza, è che non ci sia delusione, ma stima e affetto di quello che è stato. “Le cose passano, Ronaldo ha fatto una sua scelta. Sono passati tantissimi campioni e allenatori, è una legge di vita. Rimane la Juventus che è la cosa più importante di tutte”.

Boa Sorte Cristiano e Fino Alla Fine Forza Juventus!



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