Continua l’imbarazzo di gran parte del calcio italiano, e non solo del mondo pallonaro, per la candidatura alla presidenza della Figc di Carlo Tavecchio attuale numero uno della Lega Nazionale dilettanti. A meno di sorprese dell’ultim’ora, Tavecchio sarà eletto il prossimo 11 agosto nuovo presidente federale, anche se in questi giorni ha perso l’appoggio di diversi pezzi. Diciamo che dalle iniziali percentuali bulgare, si scenderà ad una vittoria abbastanza larga, considerato il grande peso che hanno nell’elezione i voti di Lega Pro e LND, apertamente dalla parte del “vecchio leone”.

Poche speranze per Demetrio Albertini, che fin qui si è limitato a parlare di programmi in modi e toni più che pacati. Tavecchio è inciampato nella brutta storia dei “mangia banane”, bollata da chi lo sostiene come una “semplice uscita infelice”. Poi, però, è venuta fuori una vecchia intervista nella quale Tavecchio si è lasciato andare in mirabolanti considerazioni sulle differenze tra atleti maschili e femminili. Nuova gaffe, non più contrastabile con la storia dell’impegno per l’Africa e per chi “ha più bisogno” e richiesta di chiarimenti contestale (a livello temporale) della Fifa. Dopodomani il tanto atteso colloquio con il presidente del Coni, Gianni Malagò, che ha già a sua volta parlato con il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Intanto, dopo Roma, Juventus, Sampdoria, Fiorentina e Cesena, anche il Sassuolo ha levato il suo appoggio a Carlo Tavecchio. James Pallotta, presidente della Roma, ha puntualizzato ancora una volta il perché della posizione del suo club:

“La nostra posizione è stata chiara fin dall’inizio. Riteniamo queste dichiarazioni imbarazzanti e umilianti per l’Italia. Non rappresenta l’Italia e nemmeno la Roma, e non capisco come alcuni club lo sostengano. Lui non è il nostro presidente di federazione”.

Dopo la Fifa, intanto, anche l’Uefa si tiene informata sulla vicenda Tavecchio: l’organismo presieduto da Michel Platini, pur non entrando nel merito delle sconvenienti uscite del presidente della LND, ribadisce ”una chiara politica di tolleranza zero su razzismo e discriminazione. Tutte le federazioni nazionali si sono impegnate a raddoppiare gli sforzi per sradicare il razzismo dal calcio”. Al di là di Tavecchio, in questa storia è l’Italia intera ad uscirne con una pessima figura, quale che sia l’esito della votazione del prossimo 11 agosto.

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