Settimane in cui uno degli argomenti più dibattuti sui giornali e in televisione riguardava i cori razzisti (è il verso della scimmia in voga nelle curve che fa “uh uh uh“, da non confondere con il “buuuh” classico) ai giocatori neri. Un tema tornato nuovamente alla ribalta delle cronache dopo il simbolico gesto di Kevin Prince Boateng nell’amichevole di inizio anno tra Pro Patria e Milan. Già, una semplice amichevole che ha suscitato qualche legittimo dubbio nel caso in cui il Milan o qualunque altra squadra si fosse trovata nella medesima deprecabile situazione in una partita di Serie A.

Nell’ipocrisia generale di molti, di chi promette rivoluzione in tal senso, calciatori, personalità assoldate per arginare il fenomeno, giornalisti (il titolone facile e sensazionalista rispecchia fedelmente un certo tipo di modus operandi di chi non ha per niente a cuore il tema), che condiziona ogni giudizio su un tema delicato, ci sono fatti che non si comprendono. O peggio, si ignorano, come accaduto ieri sera. I giocatori avrebbero abbandonato il campo o tirato il pallone ai tifosi ululanti in caso di un Milan-Juventus? La risposta o una parte dei dubbi sono stati fugati ieri sera durante la semifinale di andata di Coppa Italia tra Roma e Inter.

Al 38′ della ripresa Alvaro Pereira commette un fallo su Totti e l’uruguaiano viene ammonito. Dalle tribune piovono ululati copiosi all’indirizzo dell’interista. Impossibile non sentirli distintamente. La storia si ripeterà per tutto il resto della partita e lo stesso tipo di trattamento sarà riservato a Guarin e Juan Jesus. In un periodo in cui la sensibilità generale al tema sembra più accentuata (ma dovrebbe essere sempre così…o al limite ignorare del tutto e in qualunque evento i cori, almeno per una questione di coerenza) uno si aspetta un accenno da parte del telecronista Rai, in questo caso Alberto Rimedio. Niente di tutto ciò. E a bordocampo? Alessandro Antinelli e Stefano Mattei fanno orecchie da mercante e preferiscono concentrarsi sui fischi dei tifosi romanisti a Tachtsidis. E quest’oggi neanche un trafiletto compare sulle cosiddette “grandi testate giornalistiche”.

Fa più notizia un Pro Patria-Milan? No, forse è più semplice, più comodo, stigmatizzare il comportamento di alcuni tifosi di una squadra “minore” in una insignificante gara amichevole. Forse si ha paura di rovinare il circo del grande calcio, forse si tratta solo di coraggio o indignazione a intermittenza, a seconda dell’evento o del tipo di squadra. Stigmatizzare tutto, riservare lo stesso trattamento giornalistico in ogni occasione, è auspicabile. Il razzismo è una cosa seria, non è certo facendo figli e figliastri che si offre un buon servizio. In questo caso…squadre e squadrastre.

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Rassegna stampa 24 gennaio 2013: le prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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