Soluzione interna, soluzione inaspettata, futuro inimmaginabile: è cominciata da un paio di giorni l’avventura di Aurelio Andreazzoli sulla panchina della Roma e la curiosità intorno al neo tecnico toscano è tanta. Innanzitutto i tifosi, che hanno digerito l’allontanamento di Zeman con fatica mista a necessaria rassegnazione, volevano sentir parlare il “tattico” che fu portato a Trigoria da Spalletti e che proprio l’allenatore ora allo Zenit San Pietroburgo ha benedetto intimando al popolo di dargli fiducia. Facile a dire, difficile a farsi in un ambiente scorato, che non sa più che pesci pigliare, disorientato da una stagione e mezzo contraddistinta da pochissimi momenti di gloria e tanti bocconi amari da mandare giù. Oggi il trainer massese, che ha scelto come vice l’ex centravanti di Cagliari, Roma e Lazio Roberto Muzzi, ha espresso i suoi pensieri a Roma Channel:

“Voglio che l’entusiasmo nasca dentro Trigoria. Questo aspetto sarà decisivo per noi. So esattamente so cosa fare, come farla e con chi farla. Abbiamo un gruppo di ragazzi eccezionale, checché se ne dica fuori. Ci saranno poche regole ma ferree, da rispettare, da tutti. Mi rendo benissimo conto di quel che c’è da fare e dove bisogna farlo e della responsabilità che ho. Ma è talmente ampia l’idea di lavoro che io devo fare, come lo voglio fare e con chi lo voglio fare, che non posso permettermi di sprecare energie con sensazioni negative”.

I bene informati assicurano che il gruppo ha accolto positivamente l’approdo in panchina di Andreazzoli, un tipo magari non abituato a guidare una squadra da bordocampo, ma sicuramente preparato, maturo, rispettato. Se riuscirà a trasmettere le sue motivazioni al gruppo allora la Roma potrà ancora raddrizzare la stagione:

“Sono motivato e mi fa pensare di essere un po’ incosciente, ma sono talmente motivato che ho fatto la doccia a mezzanotte da solo nello spogliatoio per rimettere ordine ai pensieri, me la sto godendo. Più che una preoccupazione per me è una sensazione particolarissima per vari motivi. Come l’entusiasmo dimostrato dalla società. Sapevo di essere apprezzato, mi hanno scelto e mi hanno incaricato oltre a quelle che erano le normali aspettative, ci eravamo appena conosciuti con Sabatini e avevo qualche impegno con altre società, l’ho fatto più per cortesia che per convinzione. Poi è successo che Sabatini mi ha coinvolto, ci siamo piaciuti subito e mi ha convinto”.

Cinquantanove anni ben portati, Andreazzoli dovrà decidere in questi giorni come schierare la Roma contro la Sampdoria: è probabile che adotti il vecchio cavallo di battaglia che portò fortuna a lui e a Spalletti ai tempi dell’Udinese, un modulo poi riproposto nella capitale. Stiamo parlando del 4-2-3-1, lo stesso schema con cui l’Italia vinse i Mondiali in Germania. Stekelenburg dovrebbe tornare saldamente tra i pali, difesa a quattro con Balzaretti, Castan, Marquinhos e Torosidis, duetto a centrocampo formato da Bradley e De Rossi, quindi Totti, Florenzi e Pjanic dietro l’unica punta Osvaldo. E’ una ipotesi, il lavoro di Trigoria di questi giorni servirà proprio a capire adattabilità ed evenienze di questo o altri sistemi di gioco.

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG

interviste notizie Roma

ultimo aggiornamento: 05-02-2013


Doping: nei documenti di Fuentes spunta “Milan”

Video: Gattuso balla ‘Gangnam Style’ insieme ai compagni del Sion