Sinisa Mihajlovic nel futuro prossimo dell’Inter? Forse. L’attuale c.t. della Serbia è in buona compagnia, da Walter Mazzarri a Mircea Lucescu, tanto per fare altri due nomi e cognomi, nella rosa dei papabili oer l’incarico di nuovo allenatore dell’Inter. L’ex tecnico della Fiorentina a La Gazzetta dello Sport ha ammesso di sognare di diventare l’allenatore del club nerazzurro, ma ha anche precisato di sperare che l’Inter si ritrovi in fretta, conquistando la qualificazione in Champions League e garantendo così la permanenza di mister Stramaccioni. Ecco l’articolata, ma precisa, risposta del serbo, che proprio a Milano, sponda interista, è stato vice di Roberto Mancini dal 2006 al 2008:

Avrei preferito un’altra domanda. Perché non voglio essere frainteso. Non sono uno che si autocandida, non amo chi trancia giudizi dall’esterno e detesto chi sta appollaiato a gufare. Ma non ho mai tradito un sogno e non sono un ipocrita. Per cui se mi chiede se spero un giorno di allenare l’Inter le dico sì. E lo ripeto mille volte. Mi fa piacere se il mio nome viene accostato alla panchina nerazzurra. Ma voglio troppo bene all’Inter per augurarmi che vada male per poter finire tra i “candidati”: per cui, da tifoso e da ex, spero che Stramaccioni e la squadra possano centrare un posto in Champions e magari trovare una incredibile rimonta col Tottenham. Io una panchina già ce l’ho, sono orgoglioso di essere c.t. della Serbia

L’ex calciatore di Sampdoria, Lazio e Inter ha anche commentato le principali notizie che riguardano il calcio italiano. Dalla qualificazione della Juventus ai quarti di Champions League (“Rivincerà lo scudetto, ma per essere all’altezza delle grandi d’Europa serve qualche altro top player”) al possibile ritorno in bianconero di Ibrahimovic, top player che però “guadagna una montagna di soldi e ha 31 anni:

E non so come si sia lasciato con l’ambiente Juve. Certo, all’Inter lui da solo ci garantiva due punti su tre.

Su Cassano e Balotelli, i due bad boys del calcio nostrano, il punto di vista di Mihajlovic è praticamente lo stesso di quello del suo amico Mancini:

Cassano lo conosco bene. E’ un bravo ragazzo, a cui ogni tanto “parte la brocca”. Pensavo che il matrimonio e la paternità lo avrebbero cambiato. E’ avvenuto solo in parte. La Cassanata è nel suo Dna, prima o poi devi aspettartela. Cassano non cambierà mai del tutto. (…) Mario è un altro bravo ragazzo. Ma ha ragione Mancini, anche a 30-35 anni farà ancora parlare di sé per qualcosa. Prendere o lasciare.

Infine, la rivelazione, con una punta di polemica, riguardo alla sua passata esperienza, chiusasi con l’esonero, alla Fiorentina:

Andreazzoli lo volevo a Firenze con me. Non me lo presero, all’epoca 4 collaboratori erano troppi. Ora Montella ne ha undici… Ma Vincenzo è bravissimo.

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ultimo aggiornamento: 14-03-2013


Rassegna stampa 14 marzo 2013: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

Napoli, Mazzarri offre la cena ai calciatori sperando di ritrovare serenità e risultati