Domenica prossima alle ore 15 allo Stadio Olimpico di Torino andrà in scena il 186esimo derby della Mole Antonelliana, la sentita sfida tra Torino e Juventus. Partita interessante, forse l’ultima davvero gustosa per la Vecchia Signora in questa stagione, non fosse altro perché i bianconeri potrebbero già laurearsi campioni d’Italia con 4 turni d’anticipo (Napoli a Pescara permettendo, i partenopei giocano il sabato sera) sul campo dei loro rivali cittadini, ma anche perché il Toro vuole finalmente prendersi una rivincita nei confronti dei cugini che non riescono a battere da un 3-2 risalente ormai a 18 anni fa. Non sono stati pochissimi ma neanche molti i giocatori che nella storia hanno indossato la casacca di entrambe le formazioni, attualmente nella rosa delle due squadre militano due ex: Matteo Brighi nel Torino (a 20 anni collezionò undici presenze con la Juve) e Kwadwo Asamoah tra le fila dei bianconeri.

Proprio il laterale ghanese ha parlato al quotidiano cittadino La Stampa raccontando il suo periodo con la maglia granata, un trascorso che probabilmente in pochi ricordano. Era il gennaio del 2008 e un Asamoah appena 19enne venne notato dagli svizzeri del Bellinzona mentre si giocava la Coppa d’Africa; il sodalizio elvetico pur acquistandolo dai Liberty Professionals, non potettero tesserarlo per via del suo status da extra-comunitario. Fu così che il Torino lo accolse in prestito con diritto di riscatto (fissato a tre milioni) esordendo con la Primavera contro il Cagliari; si allenò con la prima squadra agli ordini di Novellino prima e De Biasi poi, non scendendo però mai in campo (collezionò cinque panchine), prima di essere ceduto in estate all’Udinese che lo fece suo per un milione di euro:

“Sono stato sei mesi al Toro e non so se posso considerarmi un ex. Non ho avuto molta fortuna e non ho mai giocato in campionato. In ogni modo non dimentico quel periodo e il Torino. Mi ha insegnato a non mollare e per me era tutto complicato: avevo problemi con la lingua e fatico a capire cosa voleva l’allenatore. Però Recoba e Rosina mi aiutavano tanto e mi dicevano: ‘Sei forte, ma devi allenarti tanto per farcela in serie A’. Li ringrazio perché se sono alla Juve è anche grazie a loro: ho fatto le cose che mi dicevano”.

Il Torino non credette nelle sue potenzialità e lo girò all’Udinese in cambio di uno sconto sulla comproprietà di Riccardo Colombo. Al Friuli l’esplosione sin dal primo anno, non aveva ancora venti anni: Marino, De Biasi e Guidolin lo hanno sempre impiegato da titolare per 4 stagioni di fila, fino al passaggio alla Juve per complessivi 18 milioni di euro:

“Sono felice di essere entrato positivamente in questa squadra e non è facile farlo subito e bene in grandi club. In più qua ho imparato a fare l’esterno e dopo l’esperienza in Coppa d’Africa sono tornato quello di prima. Il mio primo scudetto? Siamo vicinissimi e ora c’è il derby che è difficile. Ma questo è il nostro obiettivo e sappiamo che non dobbiamo mollare fino alla fine”.

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interviste Juventus personaggi Torino

ultimo aggiornamento: 23-04-2013


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