Il Palermo deve a tutti i costi rimanere in Serie A. È questo il pensiero ossessivo di Mauro Zamparini, patron dei rosanero e oggi uomo che guarda alle strette necessità anche finanziarie più che alle strategie di lungo periodo. I tempi son cambiati, tornare in B obbligherebbe quasi alla cessione lo storico presidente che ha rianimato il club.

Necessità nuove, ma soluzioni vecchie. Ci si riferisce al suo modo di guardare e gestire la figura dell’allenatore: sempre in bilico, sul filo del rasoio, e spesso con il cappio al collo prima ancora che si possa capire davvero la piega degli eventi. Successe a Sannino, tra i più recenti, e ora dentro questo film c’è Beppe Iachini (uno al quale fu già negata la Serie A quando riportò la Sampdoria nella massima serie).

In pratica: Empoli è il primo grosso banco di prova. Lo dicono i fatti prima ancora che la classifica, nonostante la grande partita del San Paolo contro il Napoli. Non basta. A Zamparini non basta. È preoccupato, evidentemente. E poi Zamparini è il tipo che non ascolta nessuno e non accetta consigli (quanti direttori sportivi hanno mollato negli ultimi 5 anni?). Ebbene, il numero uno del Palermo ha contatti stabili con Edy Reja, il quale chiede garanzie (almeno biennale) e tutto sommato in cuor suo pretende di poter avere la squadra il prima possibile.

Turno quindi delicato, quasi con il cappio al collo. Evidentemente dietro c’è anche una questione di rapporti: Iachini non sopporta più Zamparini e viceversa. Reja è più scafato, esperto e abituato. Per questo forse piace di più. Questione di personalità?

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ultimo aggiornamento: 04-10-2014


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