A ventiquattr’ore dalla sentenza con il quale il Coni ha di fatto escluso il Parma dall’Europa League, obbiettivo centrato legittimamente sul campo, il presidente dei ducali Tommaso Ghirardi annuncia il suo addio. Il numero uno dei gialloblu ha convocato una conferenza questo pomeriggio durante la quale ha comunicato ai giornalisti la messa in vendita della società, spiegando che con il calcio e con il “sistema” che lo governa ha chiuso. Nelle sue parole tutta la delusione per quanto accaduto, Ghirardi ha ricostruito la paradossale vicenda ribadendo ancora una volta la buona fede sua, dei suoi collaboratori e della società, ha chiuso il suo intervento lanciando pesanti accuse ai vertici del mondo del pallone.

La conferenza stampa è iniziata con un lungo intervento di Ghirardi che ha raccontato tutta l’evoluzione della vicenda, il presidente gialloblu non è stato avaro di dettagli, ha snocciolato cifre e date. Nelle sue parole sempre presente la delusione per quanto vissuto in questi ultimi giorni, dalla gioia per l’obbiettivo centrato alla delusione nel vedere il sogno di una squadra e di una città svanire:

Abbiamo presentato tutta la documentazione: il termine ultimo era il 30 di aprile. E il 30 di aprile veniamo contattati dalla COVISOC per avere dei chiarimenti, alle 13:30. Il termine massimo era mezzanotte dello stesso giorno. Sei o sette ore prima di un giorno prefestivo ci dicono che c’è una piccola irregolarità. Lunedì chiamo personalmente e chiedo qual è il problema riscontrato. Ci dicono che su nove incentivi all’esodo, non è stata pagata l’IRPEF. L’incentivo all’esodo è un accordo con un giocatore, perfettamente regolamentato, con cui appunto lo incentivi ad andare a giocare fuori. Noi abbiamo tanti giocatori, tanti giovani, tanti italiani, ma questo non se lo ricorda nessuno. La decorrenza economica di quell’incentivo era il 30 giugno e in questa data bisogna pagare tutte le ritenute esistenti. Facciamo così da sette anni e lo abbiamo sempre fatto, altre società lo fanno.

A questo punto la società si è messa in moto per regolarizzare la posizione, addirittura è stata la stessa federazione a suggerire le mosse al Parma affinché non ci fossero intoppi burocratici. Evidentemente sono stati cattivi consigli se si è arrivato all’assurda e a tratti drammatica situazione attuale:

Se noi abbiamo sbagliato, ce lo dovevano dare entro il 25 febbraio. Noi fino al 30 di aprile non abbiamo saputo nulla. Io sono convinto di aver pagato tutto e tutti, aver esaudito a tutte le richieste che mi sono state fatte e mi sono rivolto alle istituzioni per sapere quello che dovevo, anche in questo caso. Non posso fare nomi, ma mi è stato consigliato come fare, da esponenti della federazioni e della Lega e l’esito è stato la bocciatura in primo e secondo grado. Spero non ci sia niente a dir male a dire questo, perchè è solo la verità. Nessuno lo può negare, ci sono state telefonate, messaggi, email, con gli organi preposti. Io mi sono rifatto alla Lega e alla federazione, che mi hanno dato indicazioni: queste hanno portato alla mancata concessione della licenza UEFA.

Poi il clamoroso e inaspettato annuncio delle sue dimissioni da presidente del Parma, conseguenza delle quali è la messa in vendita del club:

Io ho chiuso, ho rassegnato le dimissioni da presidente del Parma FC, dal primo di luglio inizia un’altra storia. I miei soci hanno voluto condividere con me questa mattinata da incubo, il 100% del Parma da oggi è ufficialmente in vendita. Me ne vado da vincitore. Siamo arrivati che non c’era nulla e abbiamo costruito qualcosa di importante. Io devo solo ringraziare la gente di Parma, l’ho sempre detto. Per quello che mi hanno fatto vivere, ma ho dei sentimenti. Devo rispettare la mia famiglia, i miei valori e questa situazione non posso condividerla, non posso accettarla. Oggi sono vincitore nella vostra terra, di voi partigiani. 280 mila euro come punizione per non partecipare alla Coppa UEFA… non mi vanno bene. A noi non ci vogliono, io me ne vado. Dispiacerà ai tifosi, ma tutti gli altri saranno contenti, han fatto di tutto per farmene andare.

Senza troppi giri di parole Ghirardi fa capire che la decisione di non assegnare la licenza UEFA al suo club è di natura squisitamente politica, parla apertamente di poteri forti che hanno lavorato affinché si arrivasse a questo. La parola “sistema” viene citata più volte anche se ci tiene a precisare che non è il Torino l’obbiettivo dei suoi strali. In ogni caso è davvero un peccato che debba finire così, in questi anni di presidenza Ghirardi ha dimostrato di essere un manager appassionato e capace, ha costruito una squadra dal nulla e l’ha condotta fino in Europa. I tifosi proveranno in tutti i modi a farlo tornare sui suoi passi, non sarà facile, ma il calcio italiano dovrebbe provare a non perdere figure come la sua.

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conferenza stampa notizie Parma

ultimo aggiornamento: 30-05-2014


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