Gianluigi Buffon, 35 anni fra 5 giorni, ieri ha messo tutto nero su bianco legandosi alla Juve per altre due stagioni, cioè fino al 2015; un rinnovo che lo porterà a giocare 14 stagioni con la maglia bianconera, fino a 37 anni, un legame che è stato sancito, nuovo e più forte, anche al netto di una riduzione d’ingaggio che da 6 milioni netti annui passerà a 4,5 più eventuali bonus (il tetto che presumiamo si assumerà da oggi in poi per tutti i top-player della Vecchia Signora). Così oggi, accanto ad un Andrea Agnelli prodigo di parole al miele nei confronti del portierone italiano, ha parlato in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti su questo rinnovato rapporto di amore e di lavoro con il club piemontese. Dopo l’introduzione del presidente che ha tracciato un alto profilo umano e professionale del numero uno juventino, la parola è passata a lui che, come al solito, non si è nascosto dietro banalità di sorta.

Inevitabile parlare di futuro e di cosa penserà di fare alla scadenza di questo nuovo contratto; in tal senso Buffon è chiaro:

“Vivo alla giornata, nel senso che è giusto non porsi limiti, non darsi delle date, è giusto richiedere il massimo da se stessi, dal primo giorno fino all’ultimo, che non so quale sarà. Sicuramente ho la convinzione che tra un anno e mezzo ci sarà un Mondiale e tra tre e mezzo ci sarà un Europeo, ed io credo che a queste tappe possa arrivare e ci possa arrivare come so, in queste condizioni”.

Juve e Buffon, matrimonio felice e duraturo. Quali le chiavi di questo connubio vincente?

“I tifosi sicuramente hanno avuto un’influenza importantissima, perchè alla fine sapere di essere apprezzato, incitato sempre e comunque, è un qualcosa che realmente non ha prezzo. Però è anche vero che i tifosi li vedi settimanalmente, quotidianamente invece vieni a Vinovo e incontri i tuoi compagni, incontri uno staff tecnico, uno staff dirigenziale. Se il rapporto con loro non fosse un rapporto di grande stima, osiamo dire anche idiliaco, perchè poi alla fine col tempo si è creato realmente questo tipo di situazione, io credo che nessun tipo di rapporto e nessun amore, seppur enorme da parte dei tifosi, poteva far sì che io rimanessi qui per così tanto tempo. Per cui, se è accaduto questo, è perchè da tutte le parti ci sono sempre stati messaggi di grande riconoscenza e stima per me, come calciatore e come uomo”.

Dal 2001 a Torino, non ha mai pensato di cambiare maglia né in passato e né tanto meno ci penserà in futuro:

“Non c’è stato nessun tipo di offerta in passato, anche perchè sarebbero state declinate in partenza, per cui non c’era neanche spazio o margine per una trattativa. Non ho mai pensato che tipo di squadra o che tipo di maglietta possa avere in futuro, perchè sinceramente sono arrivato qua tanti anni fa e col tempo mi spingo a dire che la Juventus e la casacca bianconera, che la cultura e il mondo Juventus, per me è diventato uno stile di vita. E quando un qualcosa ti entra dentro, ti entra nella pelle, come lo fa la Juventus o il cosmo Juventus, fai fatica a vederti con un’altra maglia”.

Parole importanti che sicuramente faranno piacere ai tanti tifosi juventini, impazienti anche di capire come andrà a finire questa stagione in cui i bianconeri sono ancora in pista su tutti i fronti (e hanno già messo in bacheca la Supercoppa Italiana):

“Non ci siamo dati degli obiettivi ben precisi. Sicuramente, la speranza e l’auspicio è di poterci ripetere innanzitutto in Italia e confermare questo tipo di leadership che mancava da parecchi anni, da troppi anni. Questo sarebbe il primo tassello di conferma molto importante. Per quel che riguarda la dimensione europea, io credo che la Juve abbia dimostrato col campo e con i fatti che è tornata ad essere una Juve competitiva. Come dico sempre, la cosa più importante, quello che conta, è poterci giocare la partita, o un turno di qualificazione alla pari con tutti. Poi vincere o non vincere, il dettaglio, la fortuna o la sfortuna, fa la differenza. Ma avere questo tipo di certezza è stata una grande conquista che anche questa mancava da troppo tempo”.

Dopo le beghe alla schiena che lanciarono Storari nell’anno di Delneri pareva che la Juve potesse realmente fare a meno di un fuoriclasse, di un leader, di un grande uomo come Gigi Buffon. Il tempo di ristabilirsi e ha riconquistato tutti. E oggi ha ribadito il concetto: lui e la Juve cammineranno ancora insieme, per altri due anni e mezzo. E non solo.

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