Il 15 aprile 1989 all’Hillsborough Stadium di Sheffield, prima dell’inizio del match di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest, morirono 96 persone. Fu la più grande tragedia del calcio inglese. Per più di vent’anni i sostenitori del Liverpool presenti quel giorno all’Hillsborough Stadium (sia i morti che i sopravvissuti) furono ingiustamente considerati come i responsabili della strage. Una versione dei fatti immediatamente cavalcata dalla stampa tabloid britannica, con il Sun in prima linea. Solo nel settembre del 2012, grazie ad una nuova inchiesta dell’Hillsborough Independent Panel, il governo inglese, per voce del premier David Cameron, ha ufficialmente riconosciuto le colpe della polizia di South Yorkshire e scagionato definitivamente la tifoseria dei Reds chiedendo pubblicamente scusa ai parenti delle vittime per la «doppia ingiustizia: l’incapacità di proteggere le vite dei loro cari e l’imperdonabile attesa per arrivare alla verità».

I sospetti di coperture e insabbiature dell’inchiesta si concentrarono su tutto l’apparato governativo di Margaret Thatcher. I media conservatori continuarono a sostenere per molti anni la tesi che puntava il dito contro i tifosi presenti quel giorno. La strage dell’Hillsborough squarciò per sempre e irreparabilmente il rapporto controverso tra la Lady di Ferro e il calcio inglese. La Thatcher odiava ferocemente questo sport e chiunque lo seguiva, non lo ha mai nascosto. Le riforme avviate dall’allora Primo Ministro Inglese per contrastare la violenza degli hooligans sono state caratterizzate da aumenti vertiginosi dei biglietti, ma anche dal divieto di vendita degli alcolici, dal rifacimento degli stadi, dall’obbligo di posti a sedere, dall’utilizzo di sicurezza privata negli impianti.

Cambiamenti che hanno aperto la strada alla nascita della Premier League. Ma in Inghilterra in pochi hanno dimenticato che il decisivo contributo delle azioni legislative promosse dalla Thatcher ha favorito l’allontanamento della working class dagli stadi a vantaggio del ceto più agiato. E qualcuno storce il naso se sente il refrain della violenza degli hooligans debellata, rispondendo che è stata solo dirottata dagli impianti all’esterno, nei pub o nelle strade.

La Premier League non attuerà il minuto di silenzio in memoria di Margaret Thatcher, proposto in suo ricordo, nelle prossime partita di campionato. La Lady di Ferro non è stata ricordata con un minuto di raccoglimento neanche nel corso della gara di lunedì sera, il derby tra Manchester United e Manchester City, a poche ore dalla notizia della scomparsa. La Football Association (FA) non ha intenzione per il momento di ricordare in alcun modo nel corso delle competizioni la morte di Lady Thatcher. Sarà però lasciata la libertà di scelta ai singoli club di decidere se vogliono attuare il minuto di silenzio o meno.

L’unico minuto di raccoglimento sarà dedicato al 24° anniversario della strage di Hillsborough. E la ferita è ancora aperta, come testimoniano le parole della presidentessa dell’associazione famigliari delle vittime della strage: “Non siamo ancora riusciti provare il collegamento diretto tra l’operazione di copertura e l’allora primo ministro Thatcher, ma la campagna mediatica orchestrata dalla stampa conservatrice è stata evidente fin da subito, e questo vale più di qualsiasi appunto scritto di suo pugno”.

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ultimo aggiornamento: 12-04-2013


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Rassegna stampa 12 aprile 2013: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport